Nonostante la schematicità dei preparativi che in genere mi mette al riparo dalle sorprese, una volta partito ho constatato i seguenti inconvenienti:
- fazzoletti di carta dimenticati, ma trattandosi di una semplice precauzione e non avendo contratto alcun disturbo influenzale o respiratorio, peraltro non troppo improbabile causa predilezione degli americani per l'aria condizionata sparata a chiodo, non ne è conseguito alcun disagio
- errato conteggio delle notti che avrei passato fuori, necessario per risolvere l'equazione:
n°di paia di boxer/calzini = n°di notti fuori + 1
ma trattandosi anche in questo caso di un coefficiente di sicurezza, e non essendoci stati imprevisti, nessuna conseguenza degna di nota- adattatore per presa americana clamorosamente lasciato a casa, roba che nei giorni precedenti la partenza mai ci ho pensato, una sorta di rimozione staliniana dell'oggetto dalla mia mente
Mi ero stupito della facilità con cui giovedì avevo ritrovato in pochi minuti tutto lo stretto necessario per andare negli USA: passaporto, modulo ESTA, 21 dollari in contanti (per le mance, tutto il resto lo paghi comodamente con carta di credito) (quando non te la bloccano, ma questa è un'altra storia, o se preferite è il Giorno della Marmotta) e addirittura la tessera Marriott Rewards che avevo usato una sola volta nel 2010. Temevo di scordare qualcosa di fondamentale. E difatti.
Vabbè, poco male, per una volta che ti scordi l'adattatore. Già, per una volta. Peccato che sia l'ottava volta che vado negli USA e nel 50% dei casi mi sia scordato a casa il maledetto apparecchio.
E dunque ieri ho risistemato l'arsenale, che con il nuovo arrivo (aeroporto di Francoforte, 16 euro di ladrata) assume questo aspetto:
Le sorprese non è che sono finite qui. Perché questi adattatori stanno in una scatola delle cianfrusaglie che ha saputo regalarmi altre emozioni. Cosa ci facesse lì dentro una scheda MicroSD da 4 GB nuova e ancora imballata non me lo so spiegare, ma ancora meno mi spiego come abbia fatto a ritrovare quanto segue:
È un supporto da agganciare sotto il sellino della bicicletta al quale fissare la catena flessibile con lucchetto, e la relativa chiave. I miei lettori più affezionati hanno già capito di cosa sto parlando, per gli altri questo è un breve riassunto documentato: era la fine di agosto del 2012, dovevo rientrare al lavoro dopo la chiusura estiva e avevo la bicicletta legata in garage, senza che riuscissi più a trovarne la chiave; dopo un paio di settimane, decisi di adottare il metodo drastico per riprendere possesso del mio velocipede; mesi dopo, luglio 2013, sono a Valencia in vacanza e nella tasca di un paio di bermuda ritrovo la chiave che avevo smarrito; ora, a 17 mesi di distanza, ritrovo anche l'altra copia.
La cosa grottesca è che sto disperatamente cercando la seconda chiave del nuovo lucchetto, poiché la prima si è rotta nella serratura, fortunatamente col lucchetto legato al portapacchi e non alla ruota; e, manco a dirlo, non sono più in grado di trovarla.