domenica 22 dicembre 2013

Terrified of Me

Perché il trip-hop non è solo Bristol, e non è solo UK.



Question
I can speak so softly
Answer
Because I have so much power

Essere tossici, sentirsi tossici, senza rendersene conto. Fino ad un certo punto. Non come Vasco o come Pete Doherty, intendo tossico come l'Eternit o come i colori che usano sui giocattoli made in China col bollino CE contraffatto.
Il mio bollino contraffatto è la razionalità, l'apparente linearità di ragionamento che ti fa dire "è tutto ok, non può esserci nulla di imprevedibile, è tutto così meravigliosamente ordinato", come lo svolgimento di un sistema di equazioni che quello è e quello rimane. E così non serve mettersi al riparo dalle sorprese, non ci vuole l'elmetto o la mascherina o gli occhiali protettivi.
E invece.
C'è che anche da queste parti l'animo è volubile, anche se non lo si da a vedere. Dietro uno sviluppo regolare e metodico di parole e pensieri, c'è un groviglio di impulsi nervosi che dovrebbero e potrebbero essere incontenibili, ma così non è, forse per merito della corazza in acciaio balistico di cui sono rivestito, dentro e fuori.
Succede che queste sinapsi decidono di prendere il comando. Si inserisce il pilota automatico, il calcolatore è convinto di esser lui a guidare, ma altro non è in quel momento che Maggie Simpson che sterza un volante finto, con la massima serietà. Ma non si vive di soli impulsi, e quando finisce la benzina e non c'è più inerzia il conducente torna ad avere un ruolo e un significato.
E cosa fa un iperrazionale quando si trova immerso in un groviglio intricato e illeggibile, una metro di Londra senza cartina? Prende in mano la roncola. Spezza le fibre nervose e apre le maglie. Immaginate Kabir Bedi nella foresta della Malesia. Senza lo sguardo magnetico, e con la barba un po' più corta.
Quando ad inizio 2007 prese forma la versione 1.0 di questo blog, c'erano frammenti de "Il Vile" ovunque. E oggi, come sette anni fa, mi sento un po' Ape Regina.
Posso fare fuori parti di voi
con facilità
La mostruosità di ciò ravviva
la parte cattiva
che non ho avuto mai

lunedì 16 dicembre 2013

Winter Stream

A dicembre non escono album degni di tale nome. Questo è risaputo, assodato e lo ripeterò fino alla nausea. Ma l'ultimo mese dell'anno è per molti un'occasione di mettere in circolazione un antipasto dei dischi in uscita all'inizio dell'anno successivo.

I Mogwai hanno instagrammato oggi un'immagine emblematica della loro fatica imminente, "Rave tapes". Da qualche settimana invece è visibile il video del brano "The lord is out of control", e -buona notizia per i fan degli amanti del post-rock scozzese- non è nulla di sconvolgente.

Più cambiamento, privo però di grande innovazione, lo si trova nell'analoga anteprima dei Kaiser Chiefs, "Misery company", prologo di quel che sarà "Education, education, education & war". Sembrano aver seguito la traccia lasciata dai Franz Ferdinand, con quella vena un po' danzereccia che risulta un po' troppo banale e già sentita.

Non conosco molto la sua vita al di fuori dei Pavement, ma "Cinnamon and lesbians" di Stephen Malkmus & The Jicks suona molto in continuità pacata con gli anni novanta del gruppo cosiddetto "seminale". Meglio forse su disco ("Wig out at jagbags" sarà il titolo, in uscita appena dopo l'Epifania) che dal vivo, questo il primo pensiero che viene meditando sull'opportunità di assistere o meno all'imminente tappa italiana del tour.

Raccomandabili dal vivo, e anche su disco, sebbene più impegnati e meno casinisti delle origini, gli Zen Circus hanno pronto "Canzoni contro la natura" dal quale giusto oggi è stato estrapolato il primo singolo/video, "VIVA". Avrei più bisogno di cazzonaggine che di protesta im-politica, ma di gruppi italiani che non annoiano se ne sente estrema necessità.

Parliamo un po' di garage rock. Il miglior garage rock contemporaneo, e chi dice Black Keys viene immediatamente espulso da qui. Jack White ci ha fatto cripticamente capire di essere al lavoro, anche con i Dead Weather, e per chi non credesse a queste epifanie (minuscole) è disponibilissima all'ascolto "Open up (that's enough)", con lui, Lei, quegli altri e il tiro che tanto ci manca, e che per sentire su album intero toccherà aspettare l'anno dopo, il 2015. Nel frattempo possiamo consumare la traccia digitale, noi che dallo scioglimento degli White Stripes in poi non siamo ancora stati in grado di farcene una ragione.

Garage rock, di spessore sensibilmente inferiore ma pur sempre apprezzabile, e che si fa un po' meno desiderare. I Band of Skulls hanno messo in preventivo l'uscita di "Himalayan", e "Asleep at the wheel" è la conferma del loro discreto talento. Di John Anthony Gillis ne nasce uno ogni secolo, di Alison Mosshart non ce ne sono tantissime in giro -sarebbe un mondo decisamente migliore-, ma di buon garage rock se ne riesce a sentire ancora senza stare ad aspettare Godot.

sabato 14 dicembre 2013

Unbalanced

Tempo di bilanci. A fine anno si usa fare così.

Stocazzo.

Mi trovo in un vortice di caos dal quale riesco ogni tanto a fuggire per rifiatare, senza avere modo di fermarmi un attimo e fissare le idee e schematizzare mentalmente la situazione.

Ho assunto a tutti gli effetti il ruolo di responsabile dell'ufficio del quale prima facevo parte. A parte alcuni automatismi non ancora funzionanti, specie nei sistemi informativi di approvazione (permessi, straordinari, richieste di approvvigionamento), a parte le basi di economia semi-pura che qualcuno mi dovrà prima o poi trasmettere (altrimenti non saprò mai come si evince un indice di rotazione dei magazzini), a parte che non ho ancora abbandonato il ruolo operativo che avevo prima e anzi mi trovo a sbrigare una serie di noie tipiche delle emergenze di fine anno, direi che tutto sommato mi trovo contento della posizione. Dormo bene la notte, non ho incubi ricorrenti lavorativi e non mi sveglio la mattina fermandomi cinque minuti in più nel letto per pianificare i lotti di acquisto dei materiali.

Ho fatto un sacco di acquisti. Molti dei quali documentati accuratamente su Instagram. I sacchetti Wonderbag per l'aspirapolvere, che si trovano solo su Amazon. L'ultimo flacone rimasto in circolazione (da 40 ml, peraltro) del mio profumo da un sacco di tempo, Hugo Element, che pare sia andato fuori produzione. L'agendina Moleskine Peanuts edition per il 2014, che quest'anno risplende di un bellissimo bianco. Dischi, dischi on line, magliette on line, talvolta abbinate a dischi. Questi sono i 150 dollari che ho investito nel vinile, in un negozietto degli Stati Uniti centro-occidentali.


Il cofanetto dei Beatles, che dopo un paio di anni è sceso sotto i 300 euro su Amazon e ho così tenuto fede alla promessa che mi ero fatto. Ma che è troppo ingombrante e ora non so bene dove mettere in mostra.


Il cofanetto dei Jesus and Mary Chain che è in arrivo, e temo subirà la medesima sorte, tanto da iniziare a meditare un nuovo innesto nell'arredamento di casa, anche se non ho la minima idea del cosa.

E poi niente, c'è la storia dell'incidente di martedì (andavo ai dieci all'ora, non mi sono fatto nulla) e del mio essere appiedato fino a data da definirsi, che però cercherò di fissare in altro modo.

domenica 24 novembre 2013

Lost and found

Premessa: partenza domenica mattina, passaggio in auto ore 8 fuori casa, mi trovo nel tardo pomeriggio di sabato con valigia ancora da preparare. Esco alle 19 per un aperitivo, "poi torno, preparo il bagaglio, mi sistemo la barba e più tardi esco". Sono rientrato nove ore dopo, in condizioni non pessime ma nemmeno fresco come una rosa, e ho riempito il valigione ridendo come un idiota pensando a quanto fossi idiota a trovarmi in quella situazione.
Nonostante la schematicità dei preparativi che in genere mi mette al riparo dalle sorprese, una volta partito ho constatato i seguenti inconvenienti:
- fazzoletti di carta dimenticati, ma trattandosi di una semplice precauzione e non avendo contratto alcun disturbo influenzale o respiratorio, peraltro non troppo improbabile causa predilezione degli americani per l'aria condizionata sparata a chiodo, non ne è conseguito alcun disagio
- errato conteggio delle notti che avrei passato fuori, necessario per risolvere l'equazione:
n°di paia di boxer/calzini = n°di notti fuori + 1
ma trattandosi anche in questo caso di un coefficiente di sicurezza, e non essendoci stati imprevisti, nessuna conseguenza degna di nota
- adattatore per presa americana clamorosamente lasciato a casa, roba che nei giorni precedenti la partenza mai ci ho pensato, una sorta di rimozione staliniana dell'oggetto dalla mia mente

Mi ero stupito della facilità con cui giovedì avevo ritrovato in pochi minuti tutto lo stretto necessario per andare negli USA: passaporto, modulo ESTA, 21 dollari in contanti (per le mance, tutto il resto lo paghi comodamente con carta di credito) (quando non te la bloccano, ma questa è un'altra storia, o se preferite è il Giorno della Marmotta) e addirittura la tessera Marriott Rewards che avevo usato una sola volta nel 2010. Temevo di scordare qualcosa di fondamentale. E difatti.
Vabbè, poco male, per una volta che ti scordi l'adattatore. Già, per una volta. Peccato che sia l'ottava volta che vado negli USA e nel 50% dei casi mi sia scordato a casa il maledetto apparecchio.
E dunque ieri ho risistemato l'arsenale, che con il nuovo arrivo (aeroporto di Francoforte, 16 euro di ladrata) assume questo aspetto:


Quelli bianchi sono le new entries (USA e UK), quello piccolino nero quasi invisibile poco più in basso è il primo che acquistai, il set azzurro l'ho comprato da Mediaworld e mi permette di andare ovunque, anche in paesi non riconosciuti dalle Nazioni Unite, il parallelepipedo nero ingombrante come un carrello appendice è un altro multifunzione trovato da Walmart, in più avendo acquistato anni fa un netbook oltreoceano ho pure il cavetto di alimentazione con presa americana.

Le sorprese non è che sono finite qui. Perché questi adattatori stanno in una scatola delle cianfrusaglie che ha saputo regalarmi altre emozioni. Cosa ci facesse lì dentro una scheda MicroSD da 4 GB nuova e ancora imballata non me lo so spiegare, ma ancora meno mi spiego come abbia fatto a ritrovare quanto segue:


È un supporto da agganciare sotto il sellino della bicicletta al quale fissare la catena flessibile con lucchetto, e la relativa chiave. I miei lettori più affezionati hanno già capito di cosa sto parlando, per gli altri questo è un breve riassunto documentato: era la fine di agosto del 2012, dovevo rientrare al lavoro dopo la chiusura estiva e avevo la bicicletta legata in garage, senza che riuscissi più a trovarne la chiave; dopo un paio di settimane, decisi di adottare il metodo drastico per riprendere possesso del mio velocipede; mesi dopo, luglio 2013, sono a Valencia in vacanza e nella tasca di un paio di bermuda ritrovo la chiave che avevo smarrito; ora, a 17 mesi di distanza, ritrovo anche l'altra copia.
La cosa grottesca è che sto disperatamente cercando la seconda chiave del nuovo lucchetto, poiché la prima si è rotta nella serratura, fortunatamente col lucchetto legato al portapacchi e non alla ruota; e, manco a dirlo, non sono più in grado di trovarla.

mercoledì 20 novembre 2013

Hanging on the Telephone

Col mattone non ci si guadagna più nulla. Le banche sono poco sicure, e danno una rendita infima.
Avete due soldi da parte e non sapete dove investirli? Io consiglio le tessere telefoniche prepagate di AT&T, per chiamate internazionali da numero fisso con credito a scalare.

 
Può sembrare un business bizzarro, ma facendo un breve salto nel passato posso spiegare meglio la situazione. Correva l'anno 2010 ed ero al mio secondo viaggio di lavoro (breve, come sempre) negli Stati Uniti. Avevo acquistato una di queste tessere già nel 2008, ma per una serie di altrui chiamate inopportune su cellulari si era esaurito il credito. Me ne venne ricomprata un'altra, al prezzo di 10 dollari, corrispondenti al valore fittizio di 150 unità telefoniche.
Ho usato questa tessera per chiamare in Italia nel corso dei miei successivi sei viaggi oltreoceano, senza pormi grossi problemi e prestandola anche occasionalmente ad altre persone. Ieri l'ho rispolverata per chiamare a casa dei miei, e prima ancora per chiamare l'assistenza della caldaia che mi stava frantumando i maroni da ore sul mobile. Come sempre, prima di far partire la chiamata, la gentile voce automatica dell'AT&T mi ha avvisato del credito residuo: 14 dollari e rotti, pari a più di 180 unità fittizie.
Cioè in tre anni questa tessera, oltretutto utilizzandola con frequenza, si è rivalutata del 40%.
Ho trovato il business della vita.

giovedì 14 novembre 2013

The Single Effect

Sto parecchio indietro con l'ascolto di dischi nuovi (non menziono quali perché me ne vergogno seriamente), di tanto in tanto riesco a sentire qualche brano singolo qua e là.
Posso abbozzare un breve elenco non troppo argomentato di pezzi in streaming che hanno meritato attenzione nelle ultime settimane.

I Mogwai hanno annunciato un nuovo album (con tour annesso, e relativa tappa italiana) per l'inizio del prossimo anno. Per fugare ogni dubbio, hanno deciso di anticipare "Remurdered".

Italiani che meritano un posticino su Stereogum con questa "No lesson", tratta dal nuovo disco uscito proprio in questi giorni, basterebbe anche solo ciò per creare curiosità attorno ai Soviet Soviet. Se devo aggiungere una parola, dico "riverbero".

Nulla di particolarmente innovativo per loro, come mediamente accade per tutto il sottogenere a cui appartengono; precisato ciò, anche le Dum Dum Girls promettono una nuova uscita discografica nel 2014 mettendo "Lost boys and girls club" come cauzione.

Mi è arrivato a casa il disco vecchio, e il singolo nuovo su vinile trasparente con spruzzi verdi. A febbraio esce il nuovo LP, e intanto "Captured heart" dei Be Forest sta su Soundcloud per tutti.

Niente di nuovo per i Cure, non fosse che per la prima volta hanno eseguito dal vivo il brano ventennale "Burn", una chicca per fan storici più che altro.

martedì 12 novembre 2013

The Lone Star State

Nel giro di un paio di mesi ho prima festeggiato il decimo anniversario di matrimonio con l'azienda per la quale lavoro, ho poi accolto con piacere una ventata di novità portata dal primo spostamento fisico di scrivania dopo 121 mesi, ed ora sono qui a celebrare un nuovo riposizionamento (anche gerarchico, ma qui si parla di quello fisico), che anni fa sembrava un sogno tanto bello quanto improbabile. Erano i tempi della gente che fischiettava e mi tirava fuori madonne come se piovesse, di ascelle chimiche e di condizionatori sparati a temperature polari, guerre di nervi e di posizione, il quieto vivere contrapposto al fegato che si ingrossava.

È arrivato ora il momento in cui ho un ufficio mio, una sorta di acquario con troppe vetrate che andranno gestite a dovere, una finestra persa sul giardino e una finestra guadagnata sul viale interno, esposta a ovest, dalla quale potrò ammirare gruppetti di metalmeccanici passeggiare avanti e indietro.

Non può mancare la consueta testimonianza fotografica, stesso filtro e stessi effetti della precedente per non mistificare troppo.


Mi sono riportato il dock per iPod, avrò ancora più bisogno di un nuovo calendario dei Peanuts e nessuno potrà più fregarmi gli ombrelli. Per la botola in cui infilarsi (con annesso sensore antirompicoglioni) è invece ancora un po' presto.

giovedì 7 novembre 2013

I've waited for you

Nove anni e mezzo come fosse niente.
Nel 2004 erano a quella roba mezza figa mezza mostruosa dell'Heineken Jammin' Festival, e io ero di fronte al palco, nella vasca davanti riservata a chi era arrivato presto e aveva il braccialetto, e di loro conoscevo poco più di nulla, giusto l'imperdibile per chi è di bocca buona.
Nel 2013 i Pixies sono tra i miei dieci gruppi preferiti, e qualche giorno fa loro stavano a Milano, e io ero sempre di fronte al palco, piuttosto davanti anche se un po' defilato, e penso di aver cantato, anche se ogni tanto in playback, per l'80% del concerto.
È cambiata la figura al basso, e questi rimpasti non sono mai indolori, ma nonostante la divergenza dalla lineup originale hanno picchiato per un'ora e quarantacinque minuti come dei fabbri, senza praticamente fermarsi mai, e la figura sempre più sferica di Frank Black dimostra una volta di più di meritare il posto nel gotha dell'alternative rock che è riservato a suo nome.
Una retrospettiva rumorosa attraverso il loro trittico delle meraviglie Come On Pilgrim-Surfer Rosa-Doolittle, qualche doverosa divagazione sui due album minori successivi (compresa la bella cover del pezzone "Head on" dei Jesus and Mary Chain, che non mi aspettavo e mi ha lasciato un po' di sasso), senza dimenticare i brani del recente EP1 che non sfigurano affatto.
Nota di merito per il pubblico, come quasi sempre accade quando l'età media è piuttosto elevata: si parte un po' freddi, poi ci si fa prendere dal crescente incedere e alla fine ci si lascia andare, senza mai raggiungere picchi di molestia intollerabile. Meno fotocamere e smartphone al cielo del solito, poca gente che si trovava lì per caso o per poter dire "sono stato a vedere i Pixies".
E giusto per alimentare un po' di invidia, casomai qualcuno ne avesse, questa è la scaletta.


domenica 27 ottobre 2013

Bulletprooftrip Breakout Artist Awards '13

Ho pronta la terzina di nomi. Mancano ancora novembre (che difficilmente regala sorprese) e dicembre (che è il mese dei best of e dei cofanetti natalizi), ma già da ora posso annunciare i tre migliori album di debutto dell'anno 2013, complice una folgorazione casuale intercettata alla radio.
Essendo incapace di stilare classifiche, ma solo di riempire liste, ci tengo a precisare che non esiste un ordine di gradimento, non posso parlare di podio mettendo tutti quanti sullo stesso piano.

Delle Savages e del loro disco "Silence yourself" ho già scritto a sufficienza negli ultimi mesi.
Thurston Moore non è un artista di primo pelo, ma il progetto Chelsea Light Moving è nuovo di zecca e della mia folgorazione per l'album eponimo ho già scritto recentemente.
Come si suol dire, anche lo shoegaze vuole la sua parte, e nei giorni scorsi mi sono imbattuto, ascoltando casualmente una trasmissione di Radiodue che non tratta di musica, in un gruppo gallese che ricorda da vicino il lato più digeribile dei My Bloody Valentine, con una serie di tratti somatici che derivano da altre band che ascolto da sempre. Attraverso Bandcamp sono riuscito ad ascoltare meglio, e nel giro di un paio di ore mi sono trovato ad ordinare una copia dell'album di debutto di questi Joanna Gruesome a me sconosciuti fino a poco prima. Non ho trovato uno streaming di "Weird sister", ma proprio su Bandcamp ci si può fare un'idea del loro tiro, ci pensa poi Youtube ad aggiungere qualcosina. Non sarà difficile associare all'inizio di "Sugarcrush" l'intro di alcuni pezzi dei migliori Placebo, quelli che plettravano scalmanati sulle chitarre e che provavo piacere ad ascoltare dieci anni fa. E che si presume ascoltassero parecchio pure loro.

martedì 22 ottobre 2013

Mon Déisme

Oggi è lunedì. Sono arrivato con pochi secondi di ritardo in ufficio (pochi secondi che si convertono in un quarto d'ora di recupero serale) e non accadeva dai primi di agosto.
Stasera ho corso sull'asfalto, da solo non era mai accaduto, è molto meno noioso che ripetere un giro di 1,15 km intorno a un parco ma è anche molto più aggressivo per le mie povere ginocchia storicamente debilitate. Nonostante ciò, l'esperienza è da ripetere.

Oggi sono usciti due nuovi singoli tratti dagli ultimi due album interessanti -a meno di sorprese- che devono ancora uscire da qui a fine anno, vale a dire "Reflektor" degli Arcade Fire e "Matangi" di M.I.A..
Nulla di particolarmente sorprendente, "Afterlife" rimanda al passato degli Arcade Fire molto più delle altre anticipazioni sin qui captate, "Y.A.L.A." è un pezzo in perfetto stile M.I.A., però ecco, è un buon modo per chiudere la giornata.

"Buon inizio di fine settimana a tutti" (cit.)

lunedì 14 ottobre 2013

Michael Scott Paper Company

Scarseggio di vena creativa ultimamente. Sono più portato a pianificare/organizzare, e in fondo è così che mi vogliono.

A tal proposito, ho sistemato il calendario Google "Rock is a Four Letter Word", che sta nel widget qua in parte oppure, più grande e leggibile, a questo link. È un abbozzo dei concerti interessanti che ci sono in giro nei prossimi mesi, come sempre passibile di evoluzione e aperto ad ogni suggerimento.

E comunque no, nei panni di Michael Scott non mi ci riesco ancora a vedere.

lunedì 7 ottobre 2013

Mi sono fatto il secondo lavoro

I più attenti se ne saranno forse accorti, per tutti gli altri ho un annuncio semi-promozionale mascherato da divulgazione culturale.

C'è gente che ha dato credito a questo passaggio (mi autocito, tratto dalla pagina autobiografica di questo blog)
"Scrivo frequentemente di musica come se a qualcuno importasse qualcosa delle mie opinioni, io che non suono uno strumento dalla terza media. Ed era il tristissimo flauto giallo, che nel mio caso era pure arancio."
Mi trovo quindi da qualche settimana a scrivere periodicamente sul socialblog "I Discutibili", al quale invito a dare un'occhiata, dato che c'è anche molto altro e sicuramente più interessante. I miei brogliacci sono comunque archiviati qui.

domenica 6 ottobre 2013

A Place to Bury Paper

Poco dopo le celebrazioni per il decimo anniversario, arriva la svolta che non ti aspetti.
Dopo aver cambiato ruoli, funzioni, capi, pelle, testa, con l'ufficio che si è sempre spostato intorno a te persone-arredamento-paratie e tu sempre lì, un punto fisso, domattina andrò a sedermi in un diverso posto. In realtà la nuova scrivania sta tre metri a sinistra e due metri dietro quella vecchia, ci ho guadagnato una finestra sul giardino, ci ho perso un tavolo e la colonna che mi teneva parzialmente nascosto da sguardi indiscreti, però ecco, sono sempre eventi dei quali rendere conto.


martedì 1 ottobre 2013

Politicsciencefiction

Io uno scenario ce l'avrei anche. Non uno scenario utopico, ma alla luce delle intenzioni che girano nemmeno troppo realistico, diciamo qualcosa che potrebbe potenzialmente svilupparsi dallo stato attuale delle cose ma che difficilmente lo farà.

Si costituisce un partito di centro, con i centristi del PD e i transfughi moderati del PDL e le frattaglie di Scelta Civica/UDC. Un partito moderato, inserito nel PPE, una CDU con molto meno brio.
Resta in piedi, in maniera decisamente rimaneggiata ma comunque organica, la nuova Forza Italia, con dei connotati da destra anomala che non hanno pari in Europa, forse una minima convergenza con la destra francese, ma che non è classificabile nell'estremismo classico. Una salda alleanza ricostruita con la Lega Nord che garantisce la sopravvivenza arginando una possibile ascesa del peggio, perché per quanto si possa aver toccato il fondo c'è sempre un peggio.
Chi decide di rimanere nel PD si può sentire maggiormente libero nell'essere e mostrarsi di sinistra, una sinistra socialista ma non comunista, sensibile ai temi sociali ed etici da troppo tempo trascurati ma svincolata dall'oltranzismo massimalista nostalgico del muro, che a questo punto può inglobare e riportare coi piedi per terra SEL e lasciare ben poche ragioni di esistere alle varie rifondazioni e scissioni della falce col martello.
Il Movimento 5 Stelle viene ridimensionato e assume il ruolo ad esso più consono di cane da guardia della democrazia e del buon senso, una spina nel fianco che costringe al rinnovamento coatto tutti gli altri attori presenti.

A questo punto ci si lascia alle spalle il proporzionale, per non parlare di quell'oscenità -purtroppo necessaria per avere stabilità in questi vent'anni di conflittualità insanabile tra le parti- del proporzionale con bonus di maggioranza, non ci si fa affascinare dal presidenzialismo adatto a una scena politica improntata sul bipolarismo che non corrisponde minimamente a quella italiana, e si ridà peso e dignita al valore del candidato e alla sua responsabilità nei confronti dell'elettorato buttandola su un sistema maggioritario strutturato sui collegi, qualcosa di riconducibile al sistema inglese.

Detto tra noi, farei ancora fatica a trovarmi un partito di riferimento, ma sarei curioso di vedere come andrebbe a finire alle urne.

Servizio Pubblico

Ne ho pianto, quasi letteralmente, la sparizione dai palinsesti ai tempi di Condor.
Ne ho poi seguito le gesta attraverso i canali tv, La7 in particolare, anche se la modulazione di frequenza è sempre rimasta nel mio immaginario il suo habitat naturale.

Da un paio di weekend, su Radiodue, è tornato Matteo Bordone con la sua nuova trasmissione, MU, in onda il sabato e la domenica dalle 17 alle 18. Delle quattro puntate trasmesse finora ne ho seguita una sola, ma le altre sono disponibili in podcast, e ne fruirò a breve, con le mie migliori raccomandazioni di seguire il mio esempio.

giovedì 26 settembre 2013

Single per scelta

Non sto ascoltando album nuovi, anche se in giro ce ne sono di accattivanti, perché sono impegnato a sentire dischi recenti-ma-non-nuovi (spiegherò poi il perché).
Un po' di tempo mi avanza per sentire brani inediti, che a volte regalano soddisfazioni maggiori.

In ripetizione periodica, il video della performance live degli Wavves ospiti di Conan con il nuovo pezzo "Nine is God". Non ho una conoscenza profonda di questa band, mi sembra comunque che si discostino sensibilmente dal passato, spostandosi verso sonorità più vicine ai miei canoni.

Più vicino alla mia area di interesse anche il secondo brano messo in circolazione dai FUZZ di Ty Segall (si, quello che pubblica seicento dischi diversi con una serie infinita di formazioni), come anteprima del loro album eponimo di debutto. Questa "What's in my head" sta dalle parti del garage, e posso solamente apprezzare il risultato.

Anche i Best Coast hanno in uscita un mini album intitolato "Fade away", dal quale hanno estratto il brano "I don't know why". In tutta sincerità, fino al minuto 1:38 mi sono chiesto che cazzo sto ascoltando, poi il tutto accelera e si mettono a fare i Best Coast, nel modo più classico e intramontabile e noioso e accattivante che ci sia. Quelli che non sai bene perché li ascolti, ma comunque li ascolti e non ti stancano.

Sono un po' troppo electro-trendy, gli Sleigh Bells, per poterli ascoltare in loop. Ma in un panorama decisamente troppo ripetitivo, ai miei occhi spiccano e "You don't get me twice" sembra un buon antipasto del disco "Bitter rivals".

Ci sono arrivati prima loro, come sempre. E io non mi vergogno a scopiazzare pure questa da Benz Trade, "1990" dei Soviet Soviet, gruppo italiano degno di nota che stanno per mandare in giro la loro opera prima "Fate". Il pezzo parla da solo, chi gradisce un certo tipo di sound rimarrà colpito, io intanto rileggo il titolo e penso ai Mondiali di Italia '90, e alla splendida maglia della nazionale dell'Unione Sovietica che tanto mi sarebbe piaciuto vincere con i punti delle merendine Ferrero, solo che essendo all'epoca figlio unico non era affatto possibile (solo le famiglie composte da almeno sei persone riuscirono a collezionare tagliandini a sufficienza per portarsi a casa uno dei premi del concorso "Vinci Campione").

lunedì 16 settembre 2013

[spoiler alert] Non tutto è imprescindibile

Settembre, oltre ad essere il mese più gettonato nei titoli e nei testi delle canzoni, è anche un mese di grandi uscite, dopo la pausa estiva in cui i grandi artisti mettono in standby le pubblicazioni e si dedicano ai live, lasciando le luci della ribalta alla mmerda.

Io non so se loro sono un grande gruppo. Più passa il tempo e più li considero un po' sputtanati. Ho ascoltato un paio di volte il nuovo album "AM" degli Arctic Monkeys che stava in streaming su iTunes (ora non più) ma non mi sono ancora convinto. Men che meno sono entusiasta all'idea di vederli live prossimamente, visto come ne parlano tutti, difatti mi sa che passerò anche stavolta. Però ecco, è opportuno saperlo.

Altro giro, altro gruppo sputtanato. Se avete intenzione di registrarvi al servizio di streaming Rdio, potete ascoltarvi lo streaming dell'album "MGMT" degli -guarda un po'- MGMT, in uscita domani. A me è bastata l'anteprima e leggere un paio di commenti in giro per evitare lo sbattimento. Ma anche in questo caso, io sono per l'autodeterminazione dei gusti.

Passiamo a cose un po' più serie. Video di qualità non eccelsa testimoniano il debutto live di due nuovi brani dei Pixies, "Blue eyed hexe"/"Green and blues". A dispetto della recente perdita di pezzi ("siamo caduti in basso", ahah) sembra che Frank Black e compari vogliano fare sul serio e non rintanarsi nel loro ruolo iconico da cimitero degli elefanti.

Chi fa fottutamente sul serio, con un tease forse troppo spinto, sono gli Arcade Fire, che se ne escono a fine ottobre col nuovo album "Reflektor", dal quale è tratto il brano intitolato -guarda un po'/2- "Reflektor". James Murphy degli LCD Soundsystem alla produzione, David Bowie ai cori, pretenziosità elevatissima ma il risultato è dalla loro parte.

Singolo trascinante che ha catturato la mia attenzione in radio, "Walk us uptown", per la collaborazione Elvis Costello & The Roots. Il disco intero, "Wise up ghost", risulta meno accattivante se si pende dalla parte di Costello come me, ma il progetto è comunque interessante nel complesso.

Abbassando un po' il tiro, ma non il livello qualitativo, e scopiazzando da quelli di Benztrade che ci arrivano sempre un pezzo prima di me, merita ben più di un ascolto il doppio singolo "Hanged man"/"I quit girls" dei Be Forest. Il vinile sembra bellissimo e l'ho comprato, mi piace trovare ogni tanto risposta alla domanda ridondante di (s)fondo, whatever happened to shoegazing?


giovedì 12 settembre 2013

Not In My Wallet

È vero perché l'ho letto su Internet. Grande cazzata.
È vero perché l'ho letto su Facebook. Non dico impossibile, ma quantomeno improbabile.
La lotta serrata tra le minchiate e i populismi, che spesso vanno a coincidere, ha reso FB un posto quasi infrequentabile, come un bar in cui si ritrovano i peggio scemi del paese.

Ho trovato pochi giorni fa un post che riportava questa notizia.


Prendiamola per buona, e già qui facciamo un atto di fede. Andiamo a leggere i commenti al suddetto post, pronti a tutto, ben sapendo a cosa ci saremmo trovati di fronte.
Epiteti, dichiarazioni di guerra, incitazioni all'emulazione o alla rivoluzione fiscale. L'eroe che ruba allo Stato per restituire i soldi ai cittadini.
Capisco che la capacità di ragionamento non è dote che tutti possiedono, ma un paio di considerazioni abbastanza semplici alla portata dell'uomo medio vengono abbastanza spontanee.

Che differenza c'è tra questo gelataio e il dentista (per citare una categoria a caso in cima alle classifiche dell'odio) che ti propone una riduzione del 21% sul totale se accetti di scordarti la fattura? La questione è delicata, la mia posizione da lavoratore dipendente non è comunque ben delineata, perché è vero che le tasse dovremmo pagarle tutti, ma ci sono situazioni di contingenza in cui qualcuno deve sfuggire alla tagliola fiscale per vedere dignitosamente ricompensata la propria attività, che spesso è massacrante e senza riposo oltre a comportare un rischio di impresa che pure andrebbe ripagato in qualche maniera. Quello che obietto è che non puoi giudicare due soggetti che si comportano alla stessa maniera come un eroe il primo e uno stronzone il secondo.

La seconda è una considerazione di semplice matematica. Il fatto che costui (gelataio o dentista che sia) anziché versare alla collettività un quinto della somma la restituisca al cliente non lo rende un benefattore a titolo gratuito. Perché è vero che lui quel quinto non lo avrebbe visto in nessuno dei due casi, e ha sfidato il sistema per rimetterlo in tasca all'avventore. Ma è anche vero che sui restanti quattro quinti sarebbe sottoposto ad altre imposte, esagerate quanto vogliamo, diciamo il cinquanta percento che in realtà è qualcosa di meno, e di questa cifra elusa al fisco un cinquantasettemilionesimo è roba mia, e tua, e del cliente, e di quello che ha commentato su Facebook. Regalando 10 fiorini al cliente, contemporaneamente si intasca 20 fiorini che spetterebbero allo Stato, e quindi in parte al cliente stesso. E tu magari gli dici pure grazie che ti ha fatto lo sconto.

Non è un gesto di eroica resistenza. Perseguirlo nei termini di legge non è un atto di prepotenza, ma di giustizia. Comprenderne le cause e su di esse intervenire sarebbe auspicabile per tornare a far finta di vivere in un Paese civile, ma se la situazione fa attualmente schifo non è elogiando un furbo che la si migliora, è anzi un passo indietro, l'ennesimo.

lunedì 9 settembre 2013

Più di un terzo

Nessun festeggiamento, ma un minimo di autocelebrazione intimistica ci sta.
Ieri, 8 settembre, non ricorreva solo il settantesimo anniversario dell'armistizio che tanto male e tanto bene ha portato nella nostra storia. In questa data, semplice da ricordare, cadde il mio primo giorno "vero" di lavoro, senza contare quei piccoli impeghi estivi malretribuiti ma comunque regolari e validi ai fini del conteggio pensionistico. Per la mia generazione, per i miei coetanei, dieci anni di tempo indeterminato nella stessa azienda sono un traguardo non troppo semplice da raggiungere. Anche qui, c'è del buono e del meno buono, ma i miei tormenti interiori riguardo la fissità del posto vengono temporaneamente sospesi in favore di argomenti più futili. Tipo la rotondità del numero dieci.

"Ten" come il primo album dei Pearl Jam. "10" come un prescindibile ma per certi versi memorabile film di Blake Edwards.
Il Dieci è fin troppo retoricamente il numero dei calciatori di maggior classe, tra i quali mi piace citare Roberto Baggio, Ruud Gullit, David Platt, Domenico Morfeo, Cristiano Doni quando era al Brescia, Paulo Futre.
Le dieci ragazze di Battisti e i cinque scatti di anzianità che corrispondono a dieci anni di assunzione, che sono una miseria ma soccomunquesoldi.
Dieci sigarette nel pacchetto come soglia di riacquisto quando hai in previsione di uscire la sera.
Dieci come la matematica per me, o io per la matematica.

Dieci anni di soddisfazione e massacro, un lavoro e cento ruoli (dieci alla seconda), una scrivania e cinque (dieci diviso due) capi.
Dieci come il duemiladieci, che ci ho pensato oggi che sono passati tre anni e mi sembra ieri.

martedì 3 settembre 2013

New Old Songs

Il buio oltre le Kim. Le mie due bassiste di riferimento a cavallo degli anni 80/90, accomunate dal nome, se ne sono andate di recente, ma il mondo noise-altern-rock non si ferma davanti a nulla. E ci sono come al solito gli streaming a darcene conto.

I Pixies senza Kim Deal saranno sul banco di prova quest'autunno. Dopo il brano "Bag Boy", primo inedito da secoli di Frank Black e soci, è uscita a sorpresa la news di un EP di quattro nuovi pezzi messo in vendita oggi, con la canzone "Indie Cindy" in streaming su Consequence of Sound. Sto meditando se tirare fuori o meno la carta di credito, ché a me i vinili dieci pollici piacciono un casino.

I Sonic Youth senza Kim Gordon sono un grosso punto interrogativo. Ancora non si capisce se hanno un futuro. Quel che è certo è che Kim Gordon senza i Sonic Youth un futuro ce l'ha, e su Pitchfork si può sentire l'intero album "Coming apart" del suo nuovo gruppo Body/Head. Derivativo dei SY nei loro aspetti più noise, piacevole, consigliato agli amanti del genere. Lo spezzettamento dei Sonic Youth ha prodotto un sacco di gruppetti interessanti (vedi Chelsea Light Moving), anche se ci sta per il momento privando della band seminale.

Focus/Temper

I runner, veri o professionisti o amatoriali o improvvisati o finti -come me, hanno il viziaccio di parlare della corsa esprimendosi in cifre, che risultano incomprensibili a chi non è avvezzo a questo sport. Sto per cascare anche io nel tranello, rischiando di rendere illeggibile il post, ma c'è un motivo particolare che va al di là delle statistiche e dell'autocompiacimento ad esse legato.

Da anni sostengo che Teen Age Riot dei Sonic Youth sia una canzone il cui ascolto restituisce una carica pazzesca. È stato brano ufficiale del lunedì mattina in bicicletta, quando ancora ero pendolare FS, per poi diventare pericolosa quando stavo in auto e partiva dal cd, e ovviamente quando più di un anno fa ho preparato la prima playlist dedicata alla corsa -rimasta poi quasi invariata nei mesi- ce l'ho messa come pezzo forte. E mi sono accorto più volte di spingere con intensità nel momento in cui lo shuffle dell'iPod Shuffle me la faceva sentire.

Ma questa sera ho avuto la dimostrazione che è doping. Indiscutibilmente doping, da inserire nella lista delle sostanze proibite.
Ora arriva la parte noiosa con le cifre. Da quando la temperatura è calata e si fa un po' meno fatica a correre la sera, la distanza che percorro si è assestata sui 12.5 km, con un passo di poco inferiore ai 5 minuti per km. Stasera il clima era altrettanto ottimale, ma mi sentivo affaticato, respiro affannoso, dolore di gambe, passo un po' troppo spedito nei primi minuti, sta di fatto che intorno ai 10 km sento le avvisaglie del cedimento. Raggiungo il chilometro 11 e decido di completare il giro per poi fermarmi, ché non ne avevo più. Poco prima del traguardo prefissato, parte appunto Il Pezzo. Che per chi non lo sapesse dura sette minuti. Sulla spinta emozionale mi propongo di tirare almeno al dodicesimo km, tirando fuori le ultime forze. Se non fosse che ne trovo delle altre, per eguagliare i 12.5 prefissati come asticella. Ma a quel punto l'adrenalina in circolo è talmente elevata -"he acts the hero, we paint a zero on his hand"- che sposto il limite un po' più in là, fino alla fine del brano non posso mollare.
Ed è così che da moribondo al di sotto del mio livello finisco per sfoderare una prestazione migliorativa. 13.5 km, uno in più del previsto, con un passo medio discreto e un tempo sugli ultimi due km molto buono, in crescita, proprio quando stavo tirando i remi in barca. L'infografica qui di seguito può dimostrarlo. E tutto è avvenuto per merito della canzone giusta al momento giusto.


domenica 1 settembre 2013

Chi sono io per giudicare?

A completamento di quanto già anticipato negli scorsi posti, NME offre in streaming il nuovo album dei Babyshambles, "Sequel to the prequel". Pigiate il link a vostro rischio e pericolo, il mio sentimento oscilla ancora tra:
- i Babyshambles non sono mai stati una gran band e a maggior ragione nel 2013 non possono mettere assieme nulla di buono
- è gradevole e orecchiabile, i pezzi più ammiccanti non sono affatto male
- Pete Doherty è completamente bruciato, queste canzoni non sono di certo opera sua
- il post-punk revival o garage rock revival non ha più ragione di esistere, ma se il genere meritasse ancora un po' di credito questo disco sarebbe davvero buono
In tre parole, anacronistico, appetibile, confortante.

Posso parlare certamente meglio del disco nuovo dei Franz Ferdinand, "Right thoughts, Right words, Right action", un balzo in avanti rispetto a "Tonight", suona come una prosecuzione dei primi due album (che ho amato e amo tantissimo, sebbene qualcuno obietterà che sono ripetitivi), con una mezza deviazione un po' danzereccia e un po' 60's che non mi lascia per nulla perplesso. Sono indubbiamente ancora vivi, cosa che chiaramente non si può mai dire di Doherty e soci.

Anche la raccolta dei Belle and Sebastian "The Third Eye Centre" ha ricevuto maggiore attenzione da parte mia. Non è male, ma resta confinata alla voce "disco per fan e appassionati", non ha la stessa intensità e organicità di "Push barman to open old wounds". Il punto è che quella era una raccolta atipica di EP, b-sides e rarities che formavano un doppio disco unico, e a memoria di album simili mi vengono solo "Hatful of hollow" e "Louder than bombs" degli Smiths. Una retrospettiva per pochi intimi, e per tenerli buoni nell'attesa di qualcosa di nuovo.
Nota a margine: io il disco l'ho pre-ordinato appena mi è stato possibile, speravo di rientrare nei primi cento ma non ci credevo più di tanto. L'altro giorno mi è arrivato il pacco, e a quanto pare sono stato sufficientemente celere da meritarmi il poster autografato. Non posso che parlarne bene, a questo punto.


Nota a margine/2: non c'è uno streaming da linkare, ma il nuovo disco dei Crocodiles è fighissimo. Consigliato senza se e senza ma. Unico neo, il titolo "Crimes of Passion" fa davvero schifo. Questo il brano che spacca più di tutti, secondo il mio modestissimo gusto personale.

sabato 31 agosto 2013

Mission/Vision

Volevo costruire un post intorno alle seguenti righe:

I'm a mean motherfucker now, but I once was cool
I'm a bad motherfucker now, but I once was cool

La verità è che, a differenza di un tempo, sono a corto di argomenti. Eppure la gente mi sta sui coglioni tanto quanto prima. E la mia goffaggine continua a produrre conseguenze disdicevoli, come sempre. Sarà forse che diventando vecchio sto perdendo il gusto di riderci sopra? O che il mio pensiero polemico estemporaneo si riesce ormai a circoscrivere nei 140 caratteri di Twitter e non richiede ulteriore approfondimento? O che il pubblico si è ridotto a tipo tre lettori che lurkano e si confondo tra gli spambot che hanno ormai il pieno controllo dei miei referral?

Ci vorrebbe un'ispirazione alla Michael Scott per guadagnare popolarità senza assolutamente apparire ridicoli. Sono ancora indeciso se regalare gelati non richiesti o raccontare storielle tremendamente quanto involontariamente razziste.

martedì 27 agosto 2013

On peut prendre la fuite

Le lumache fuori dalla porta mi avvisano che l'estate, quella vera, è agli sgoccioli, anzi ai goccioloni se butto un occhio fuori dalla finestra. E me ne compiaccio.

Agosto è un mese difficile, quando sei dalle parti di casa tua e non sei un fanatico delle fiere umane agostane sui lungolago o alle sagre di paese o nei campi da beach volley. Ché a pallavolo sei sempre stato una sega, e non è uno sport che si presta alla goliardia di quattro risate sul playground.
Sembra che tutti se ne vadano, i fornai in primis, avere del pane fresco in queste settimane si è rivelata un'impresa non di poco conto. Eppure si, i vacanzieri ci sono, ma in numero inferiore a quello della gente che sembra sparire dalle città. Quelli che restano sono in tanti, ma tendono probabilmente a nascondersi. O a mettersi in coda sulla Gardesana occidentale.
Per inciso, ho valicato e sto valicando diverse volte il limite della cerchia urbana, con discreta soddisfazione, ma quando rientri a casa per qualche giorno ti sale lo sgomento. Chiudono i locali per ferie, perché manca la gente, e la gente non va nei pochi locali che restano aperti, e che quindi si sentono motivati a chiudere a loro volta. Forse perché provano ad imitare i fornai.

C'è una terza ragione per la quale la fine di agosto mi rallegra alquanto: la sparizione definitiva dei piedi in riva al mare da Facebook, Instagram e Twitter. Ma soprattutto FB, dove ho una cerchia poco selezionata che mi affligge con il fetiesibizionismo. Voi e il vostro mare, quello del Salento in particolar modo che quest'anno ha veramente sfracellato le gonadi. Anch'io sono stato al mare, sapete? Ma ho preferito ammazzarmi di spritz e cibo e leggere come non facevo da mesi e perdere tempo in maniera costruttiva, anziché esporre lo smartphone ai rischi del contatto con la sabbia. La batteria dura anche di più, se vogliamo dirla tutta.

Questo è il clima che sto aspettando. E non è per niente triste, come potrebbe sembrare ad uno sguardo distratto.

sabato 24 agosto 2013

Il "nuovo", il Vecchio e il Male

Valicando i confini del Klondike scozzese, mi sono trovato ad assorbire una botta di streaming non indifferenti negli ultimi giorni. Il feedback sarà perciò abbastanza confuso, metto un disclaimer in cima.

Da alcuni anni mi ronza nelle orecchio una band di Nuova Iorc, The So So Glos, che dopo alcuni EP solamente quest'anno hanno pubblicato il loro primo album, "Blowout". Su Stereogum ci sono i video di due singoli da esso estrapolati, "Dizzy" -che suona abbastanza distante dalle prime strimpellate- e "Lost Weekend" -molto più vicino a quel postpunkrevivalgarage che li contraddistingue-.

Un "pochettino" più noti, ma non meno controversi, gli Arctic Monkeys. Io non so più che dire, mi piacciono ma mi indispongono, sono belli i primi album ma la produzione di Josh Homme è notevole, si sono sputtanati ma sono ugualmente ammiccanti. Sta per arrivare "AM", ma non risolverà niente. E nemmeno il video di "Why'd you only call me when you're high?" aiuta.

Più accattivante il secondo pezzo in anteprima da "Glow & Behold", secondo disco degli Yuck di cui è stata resa nota la tracklist. "Middle Sea", rintracciata su Consequence of Sound, tende più all'indie-rock primordiale anziché allo shoegazing del brano precedente, ma gonfia le aspettative di un altro po'.

Spiazzante la triplice preview dei Babyshambles, sempre su Consequence of Sound. Oltre a "Nothing comes to nothing" si trovano anche "Farmer's daughter" e la mia preferita "Picture me in a hospital", e più ascolto più mi aggrada, e sono decisamente sgomento di fronte a ciò. Non avrei scommesso un solo euro sull'ascoltabilità di materiale nuovo che venisse da Peter Griffin Doherty, e invece sono combattuto.

Capitolo "band dal nome figo". Someone Still Loves You Boris Yeltsin, in uscita anche loro con un nuovo disco, e questa "Young Presidents", che ha il ritmo indie-rock e le sonorità dreampop. E ci sta pure bene, il primo ascolto non dice granché, il secondo inizia ad entrarti nelle orecchie, il terzo ancora non lo so.

Non faranno la storia della musica, i Cults, ma "I can hardly make you mine" è un brano che pur suonando un po' datato -ah! quando gli MGMT erano gli MGMT!"- non dispiace. Anche se averlo messo per ultimo nell'elenco significherà pur qualcosa.

martedì 20 agosto 2013

Sound of Scotland [updated]

Un migliaio di feed da cui trarre una manciata di streaming interessanti.
La prima parte della lista di link, come da titolo, riguarda il paese a più alta concentrazione di gruppi fighi ovvero la Scozia.

Un gruppo che non ho mai approfondito, vista una conoscenza superficiale che me li faceva considerare un po' lagnosi, ma che merita attenzione data la caratura del nome e un percorso un po' travagliato tipico dei gruppi scozzesi sono i Travis. Il disco del loro ritorno dopo cinque anni, "Where you stand", si può ascoltare per intero su Rolling Stone. Ed è risultato più coinvolgente di quanto fossero i loro precedenti, alle mie orecchie.

Ben più vicini ai miei canoni, anche se come tutte le band della loro generazione hanno seguito un percorso più o meno in calando, sono i Franz Ferdinand. Il loro nuovo album, "Right thoughts, Right words, Right action" è in uscita a fine mese ma è da oggi fruibile su NPR, intercettato via Stereogum. Non l'ho ancora sentito, non me la sono sentita di farlo con distrazione, appena ne so qualcosa di più butto giù le mie impressioni.

Ho beccato spesso in radio recentemente i Camera Obscura, che stanno nella scia dei Belle and Sebastian e in particolare ricordano da vicino il side-project di Murdoch e alcuni amici chiamato God Help The Girl. È uscito a giugno il disco "Desire lines", da cui è tratto il secondo singolo "Break it to you gently" che gli amanti dell'indie-pop di stampo twee troveranno adorabile e tutti gli altri giudicheranno stucchevole.

Aggiornamento: citati poco più sopra, si sono probabilmente sentiti chiamati in causa ed hanno deciso di provvedere mettendo in streaming sul Guardian la raccolta di rarities&b-sides "The Third Eye Centre" in uscita imminente. Parlo chiaramente dei Belle and Sebastian. E altrettanto chiaramente ho già preordinato da settimane il disco. Che verrà subito saggiato in via digitale.

lunedì 12 agosto 2013

Low Voltage

Il box a fianco ha due dita di muffa. I link sono ormai morti. È meglio dare una ripulita e una veloce risistemata.

Ty Segall è uno che in genere fa parecchio casino. Garage rock, suoni poco puliti, graffi a ripetizione. Il 20 agosto esce "Sleeper", e l'anteprima in streaming completo offerta da NPR (via Stereogum) solleva subito una domanda: gli hanno staccato la corrente? non ha forse pagato la bolletta? Sound acustico comunque gradevole, 35 minuti di disco non richiedono un grosso sforzo.

Gli Yuck sono una band che esisteva a mia insaputa, era solo un nome già sentito. Pochi mesi fa collegai il loro nome ad un brano conosciuto, "The Wall", e il cerchio venne chiuso. Hanno pubblicato un solo disco nel 2011, il cantante se n'è andato e hanno annunciato l'uscita del secondo album a breve. È uscito un singolo in anteprima, "Rebirth", che attacca come un pezzo dei My Bloody Valentine e poi prende una deriva tutta sua. Non male. Anche se alla domanda qui dietro su che fine abbia fatto lo shoegazing nemmeno loro sanno rispondere.

Un gruppo che faccio finta di conoscere ma in realtà ne so poco e un cazzo sono i Goldfrapp. Però so che a settembre esce il nuovo album "Tales of us" e sul loro canale YouTube hanno caricato il video di "Drew".

Ne so qualcosa di più dei Pixies. Tipo che a novembre sono a Milano. E che senza Kim Deal io non lo so come sarà. Però hanno messo anche loro in giro questo nuovo brano random, "Bagboy", del quale peraltro esistono due diversi video.

Stanno tornando i Babyshambles. È un bene o un male? Non lo so, non lo saprò mai, ma se qualcuno è in grado di giudicare può iniziare a farlo con questa "Nothing comes to nothing".

sabato 10 agosto 2013

Panel Board

Erano dieci mesi che volevo farlo. In realtà pensavo ad un unico pannello, ma le dimensioni che ho trovato erano queste, e il risultato è ugualmente soddisfacente.

Quelle che seguono sono due composizioni gemelle, celebrative della mia carriera passata/presente -con spazio riservato al futuro- da groupie, e le mostro con un certo autocompiacimento. Mi sono accorto che ci sono dei mancanti, appena li rintraccio nei cassetti li piazzo al loro posto.

(cliccare per visualizzare l'immagine ingrandita e capirci qualcosa di più)




martedì 6 agosto 2013

Legge della conservazione della massa

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma (o si nasconde)

Uno dei miei passatempi preferiti è raccontare storielle che mi ricoprono di ridicolo, per farmi apparire più simpatico e meno musone di quello che gli altri possano pensare (a ragione).
Episodio molto gettonato è quello vecchio di un anno del lucchetto della bici (del quale scrissi approfonditamente qui e qui). Riassumendo in breve, al rientro dalle brevi ferie estive mi accorsi di non trovare più la chiave per slegare la bicicletta che giaceva beatamente nel mio garage. Ogni tentativo fu inutile, al punto da ricorrere alla soluzione drastica ovvero tranciare il cavo.

Mi trovo a Valencia, giusto un mese fa. Siamo fuori a cena, di fronte ad alcuni secchielli di birra e piatti di tapas improbabili, quando ad un certo punto avverto un certo fastidio nella tasca posteriore dei bermuda. Tasto da fuori e riconosco una forma circolare. Il Gastone che c'è in me subito pensa "Saranno i soliti due euro che dissemini nei pantaloni e ritrovi dopo settimane/mesi" sebbene di solito accada con le banconote da cinque. Infilo la mano per scrupolo, già sapendo cosa avrei trovato.
E invece. A grande sorpresa. Esce questa.


Già. Proprio quella. Maledetta. Ben nascosta, resistente alla lavatrice, consapevole che quei bermuda non vanno stirati. Pensava di averla fatta franca. Si è guadagnata un posto nel mio personale reliquiario.

mercoledì 31 luglio 2013

Progress Report

Mi ero creato una serie di aspettative a inizio anno. Tirare le somme a sette dodicesimi del percorso risulta per certi versi triste, ma a quanto pare per il 2013 rien ne va plus, relativamente a quanto elencato nel classico post dei primi di gennaio. Ne riparliamo l'anno prossimo, che in questi giorni sto preparando dei budget e pianificando carichi di lavoro da qui al 2016 e sto troppo proiettato nel futuro.

- Tour europeo dei Jesus and Mary Chain: una sola tappa al Primavera, non percorribile per le solite svariate ragioni, e poi il silenzio; peraltro un solo concerto anche fuori dal Vecchio Continente, non ci sono programmi né rumors, l'incertezza regna sovrana, ma il prezzo dell'angoscia è più che giustificato; per il momento ci resta il duetto su "Just like honey" con Bilinda Butcher dei My Bloody Valentine a Barcellona.
- Nuovo disco dei My Bloody Valentine: "m b v" è uscito realmente, l'ho ascoltato in anteprima, l'ho amato, l'ho comprato, l'ho amato di nuovo, ora l'ho un po' messo in standby perché sono un deficiente e non amo sentirmi tale; c'è che hanno fatto un paio di concerti in Italia e io non sono andato e la cosa mi duole un casino e se ci penso finisco in una spirale di autoafflizione che mi porta dritto alla psicanalisi; non mi merito una seconda chance, ma.
- Nuovo disco dei Black Rebel Motorcycle Club: niente da aggiungere, se non "doppio vinile rosso trasparente".
- Uno (o due) live dei Black Rebel Motorcycle Club: Milano e Bologna, non senza difficoltà, tra sold out e disorganizzazione mia e del mondo a me circostante, anche qui poco da aggiungere, se non che -bravi loro, stanno sul palco come dei big, il disco nuovo rende molto live, le scalette sono sempre eccellenti, il culo te lo fanno muovere anche se non vuoi, ecc.- preferivo il sound sporco dei concerti del 2010.

Commento parziale su questi tre/quattro bullets: come recita lo sfondo, "Whatever happened to my shoegazing?"

- Un live dei Pearl Jam: il nuovo album è in arrivo, seguirà tour invernale nordamericano, tutto lascia presagire che nel 2014 passeranno da queste parti.
- Un live dei Blur: contro ogni pronostico, obiettivo raggiunto, tre giorni fa, con godimento e giubilo; ripenso a quando anni fa mi drogavo dei dischi da solista di Graham Coxon e sembrava non ci fosse più speranza di vederli tutti assieme e il video di Coffee & TV sembrava così profetico, e poi va a finire che te li trovi davanti e non è una reunion da baraccone e niente, mai perdere la speranza; non so se riuscirò a scriverne, faccio fatica a parlarne e ad esprimere giusto due percezioni ad effetto.
- Riformazione dei Libertines: a settembre esce il nuovo disco dei Babyshambles, e non è la stessa cosa; ho visto Peter Griffin Doherty dal vivo, solista, e mi viene da temere che un'eventuale fantascientifica reunion sarebbe un incubo, più che un sogno.
- Riformazione degli White Stripes: impossibile, com'era impossibile anni fa pensare di vedere sullo stesso palco Damon e Graham, e mi basta questo; dice Jack White che sono pronti brani nuovi sia dei Raconteurs che dei Dead Weather, e mentre aspettiamo che la storia segua il suo corso potrebbe essere un buon modo di ammazzare il tempo.
- Più concerti: oltre ai già menzionati B.R.M.C. (x2), Blur e Pete Doherty, "qualcosina" di sparso c'è stato, Paul McCartney, Dinosaur Jr., Baustelle; si potrebbe fare di meglio, la programmazione arrivava a luglio, tra un po' mi toccherà lanciare la campagna autunno-inverno.

"Aspettative elevate, incipit promettenti, critica/pubblico/sistema non comprendono"

martedì 23 luglio 2013

Feuilletons

Ho perso il conto delle storture di naso che mi tocca subire quando confesso di leggere Il Foglio, quantomeno la versione online, e nemmeno saltuariamente dato che sono abbonato al feed.
(a proposito, dopo la scomparsa di Google Reader ho ripiegato su Feedly, ma sono aperto ad ogni suggerimento, non mi sento soddisfatto al 100%)
Ho spiegato plurime volte che al di là dell'orientamento politico e delle discussioni sui temi etici, ci sono retrospettive politiche interessanti e non banali, e soprattutto articoli di costume di grande spessore. E ho fatto spesso il nome di Annalena Benini, la penna a mio avviso più interessante, e non solo perché spesso si rifà a fiction e serie tv d'Oltreoceano di mio interesse per spiegare fenomeni di costume. Trovo i suoi pezzi imperdibili. E il senso della mia ammirazione è restituito da articoli come questo, in cui descrive l'istinto dello scrittore/scribacchino o giornalista/blogger medio nel percepire gli accadimenti grandi o piccoli secondo un fine narrativo, o quest'altro, che mette a nudo implacabilmente ma con comprensione la tendenza a fotografare(-si) per apparire.

giovedì 11 luglio 2013

Vale

Userò questo spazio per pubblicizzare i successi ottenuti in una giornata potenzialmente terribile ma che alla prova dei fatti si è rivelata ottima.

Terribile perché: rientro in ufficio dopo due giorni e mezzo di assenza (che in aggiunta al sabato e alla domenica formano un totale di quattro giorni e mezzo a piede libero, in terra straniera ma conosciuta) avrei potuto ridurmi in polvere, o per meglio dire in cenere. In tal caso avrei voluto che tali ceneri venissero raccolte nel cenicero, termine utilizzato ed abusato nel weekend lungo.


Sono invece riuscito ad imboscarmi, grazie anche alla provvidenziale dimenticanza di impostare il messaggio fuori sede di Outlook che ha tenuto segreto ai più il mio ritorno, ed ho potuto sbrigare così il lavoro di recupero dell'ordinaria amministrazione venuta a mancare causa gozzoviglio. Unica accortezza: non inviare conferme di lettura se non a chi già era a conoscenza del mio rientro.

Causa inspiegato gonfiore al collo del piede sinistro, più altri cazzi vari, ricorreva oggi un mese giusto dalla mia ultima sessione di running. Era necessario muovere il culo e riprendere l'attività, e così è stato. Sei km, 4'40" al km, devastazione psicofisica non pervenuta. Ora ho venti giorni di tempo per preparare una sette chilometri e mezzo con un crono possibilmente decente. Il mio nemico principale è il meteo, già lo so.

Streaming fighi beccati oggi, tutti singoloni in anteprima: Babyshambles (roba da non storcere troppo il naso, direi), Regina Spektor (discreta innovazione nel suono) e una delle seicento band di Ty Segall, ovvero i FUZZ (baccano non troppo molesto e coinvolgente).

Ora possiamo concentrarci su luglio, che quest'anno conta eccezionalmente venti soli giorni (ulteriormente riducibili, a naso).

martedì 4 giugno 2013

Sicuro come Loro

L'autore di questo blog ama la politica, ma odia fare propaganda politica. Ci sono però questioni che vanno oltre la campagna elettorale e riguardano il buonsenso.

Vorrei perciò ringraziare l'avv.Adriano Paroli, sindaco uscente di Brescia, ricandidatosi all'ultima tornata elettorale e che si presenterà al ballottaggio di domenica con pochi centesimi di punto di distacco dall'avversario di centrosinistra, perché ieri mi sono sentito sicuro.
Mi sono sentito sicuro perché sono andato a correre al parco Tarello, in una delle giornate più soleggiate di questo 2013, considerando oltretutto che siamo a giugno e fa buio tardi, e c'erano un sacco di persone che mai l'ho visto così pieno. E c'era una coppia di vigili urbani a sorvegliare e controllare che la situazione fosse tranquilla. E no, sarebbe da malpensanti credere che la loro presenza fosse collegata alle elezioni di domenica. È sicuramente per una svista che quando a gennaio eravamo in tre a correre nel buio pesto delle quattro del pomeriggio non ci fosse nessuno manco di passaggio, come pure a marzo quando eravamo in dieci o anche un mese fa.

Per inciso, non sono un sostenitore della politica della sicurezza a tutti i costi, e questo nonostante i furti in casa e gli specchietti dell'auto rotti e lo straccio per pavimenti che mi è misteriosamente sparito dal terrazzino sul retro. Trovo però ridicolo chi è salito al posto di comando della città cinque anni orsono facendo leva soprattutto su questo tema, e in tutto questo tempo non è stato in grado di migliorare la situazione, concentrando i propri sforzi per ostacolare una movida casinista ma francamente innocua e fingendo di dimenticare tutto il resto, salvo rispolverare un paio di berretti di ordinanza e lampeggianti cinque giorni prima del voto.
Propaganda in zona Cesarini: una ragione in più per augurarsi che il cammino del nostro benemerito sindaco/Principe Giovanni e del suo fido vicesindaco/Sceriffo di Nottingham sia ormai giunto al capolinea.

giovedì 30 maggio 2013

Discoboli di Mirone

Altre review essenziali di dischi recentemente pubblicati. Ovvero ancora una volta "la mia prescindibilissima opinione riguardo argomenti sui quali non sono titolato a scrivere".

Primal Scream - More light
Un buon tributo a Screamadelica. Godibile e orecchiabile, il singolo "It's alright, it's ok" è trascinante, ma trovarsi vent'anni dopo e stare ancora sulle stesse corde è un po' troppo facile.

Savages - Silence yourself
In sintesi: linea di basso post-punk con batteria e chitarra garage rock/garage punk e voce che richiama Karen O. Giudizio sintetico: fighissimo.

Vampire Weekend - Modern vampires of the city
primo ascolto L'ho ascoltato a stomaco pieno mentre facevo un pisolino mentale (giornata di battaglie gastronomiche causa retirement party multipli). Non mi ha detto granché, non mi è rimasto impresso, non me lo ricordo.
secondo ascolto Decisamente meglio, prendi uno dei primi dischi e mettici una dose consistente di elettronica e una buona produzione. Leggero come i Vampire Weekend, ma niente affatto banale.

Daft Punk - Random Access Memories
Disco music anni '70 riammodernata, con elementi di design contemporaneo e pannelli solari sul tetto. Il problema è quando la disco music dei Seventies un po' ti sta sul cazzo.

Tricky - False idols
[coming soon]

mercoledì 29 maggio 2013

Stoner and Noises

Nel marasma di nuovi album già ascoltati o da ascoltare, un paio di album messi in streaming negli ultimi giorni (per non dire oggi), vecchie glorie che forse hanno ancora qualcosa da dire. Come sempre non mi sbilancio più di tanto in giudizi affrettati.

Non è "Songs for the deaf", purtroppo. Ma nemmeno "Era vulgaris", per fortuna. A distanza di anni, i Queens of the Stone Age ritornano con "...Like clockwork". È disponibile da oggi lo streaming gratuito su iTunes, via Consequence of Sound.

Bristol is still alive. Tra i grossi nomi della scena trip-hop, Tricky rimane ancora quello più produttivo, e il suo nuovo album "False idols", uscito oggi, lo si può sentire già da qualche giorno grazie a NPR.

lunedì 27 maggio 2013

Questioni di Concerto

Segnalazioni dal passato recente, dal presente continuo e dal futuro anteriore.
Eravamo rimasti ai B.R.M.C., seguiti dalla teatralità dei Baustelle che non saprei ancora valutare (se non per le voci troppo riverberate, che non c'entrano una fava con la teatralità).
Quello che segue è un quadretto di quel che mi aspetta tra maggio, giugno e luglio.


Ai Dinosaur Jr. accenavo poco più sotto, valore indiscusso dell'esibizione, un frastuono incredibile, J Mascis poco trascinante se non nel breve bis (due pezzi tirati, speravo proseguisse a oltranza).
Coming soon Paul McCartney, seguito poi dal bis dei Black Rebel Motorcycle Club e i Blur a chiusura di questa campagna.
La lista delle varie ed eventuali è ancora lunga, ci dovrebbe essere ancora un Google Calendar qui a fianco che lo testimonia. La strada per lo shoegaze è lastricata di buone intenzioni.

Siamo Seri(al)

Proseguendo con il filone "Ma che cazzo hai fatto in tutto questo tempo?", vorrei riprendere un po' il filo delle serie tv che ho seguito o sto seguendo di recente.

Sono state da poco archiviate la sesta stagione di The Big Bang Theory (fiacco? abbastanza) e la seconda di New Girl (iniziata demmerda e chiusa discretamente, anche se il plot boh). Poco prima, si sono chiuse la deludente sesta di Californication (spero non ne facciano più, è troppo ormai) e l'angosciante seconda di Girls (paranoia totale, però di discreta qualità), oltre alla settima e ultima stagione di 30 Rock, che ci mancherà.
Vabbè, ma allora cosa sto guardando? La sesta di Mad Men, che è attualmente in programmazione AMC, sarebbe sufficiente a riempire tutti gli slot di interesse disponibile, vogliamo poi affiancarci la terza di Portlandia che è finita da alcune settimane e sto centellinando.
Filone a parte, lo spy. Seconda stagione di Homeland bella e immensamente più ansiogena della prima. The Americans altra perla (anni Ottanta-Guerra Fredda-KGB-risvolti psicologici). Non si spegne il sogno di entrare nei servizi segreti, un giorno.
In arrivo la quarta stagione, a distanza di anni, di Arrested Development (uscita in blocco oggi su Netflix, l'avrei pure acquistata legalmente se avessi potuto). E poi niente, aspettiamo luglio-agosto (ovvero The Newsroom e Breaking Bad) e se abbiamo dei buchi nella programmazione andiamo a ripescare nel passato.

sabato 25 maggio 2013

Addio, e grazie per tutto il pesce

Oggi è il Towel Day e per la prima volta (grazie anche ad aiutini esterni) me ne sono ricordato.
Per l'occasione porterò il mio asciugamano ad un concerto non indifferente.


giovedì 23 maggio 2013

Aggiornamento di Corsa

Anziché ricorrere al consueto spiegone di chi ha la coscienza sporca per avere abbandonato a lungo il blog al proprio destino, mi sono proposto di optare per una serie di brevi post a tema per spiegare cosa è successo e cosa sta accadendo in questo arco temporale.

Ad una domanda a bruciapelo "cos'è che ti tiene occupato ché non scrivi più?" la risposta non può che essere "corro", chiaramente al di là di "sul lavoro mi rompono i coglioni". Ho iniziato per scherzo, e per contenere il potenziale degrado da vita malsana, la scorsa estate. Ho mollato a settembre, ho ricominciato brevemente a gennaio, poi mi sono un po' ammalato e ha fatto brutto tempo e mi sono mosso parecchio per lavoro. A fine febbraio mi ci sono applicato di nuovo, e nonostante alcune interruzioni dovute al maltempo costante e ad altri periodi di brevi trasferte, ho mantenuto una certa costanza.
La spinta principale da dove è venuta? Probabilmente dall'aver speso talmente tanti soldi in equipaggiamento che se mi compravo un cavallo e mi davo all'equitazione probabilmente risparmiavo qualcosa. Andava dunque ammortizzato l'investimento, che ha in parte contribuito a tenere aperto il punto vendita Decathlon di Brescia-Roncadelle.
Dalle prime sgambate paratletiche sono stati fatti notevoli progressi (fermo restando che sono un corsettaro a tempo perso), distanza e passo sono soddisfacenti ora, gli obiettivi vengono raggiunti per non dire asfaltati, e i miei 15 km a botta per tre volte a settimana me li voglio tenere stretti, se non addirittura cercare di capitalizzarli e farli fruttare.
Soddisfazioni che mi sono levato nel mese di maggio: prima di tutto la partecipazione alla prima corsa non competitiva, come accennavo in un commento, quattordici km attraverso la città con percorso "turistico" in centro, salita del Castello e discesa sui ciottoli; in seconda battuta, aver raggiunto e superato con nonchalance l'obiettivo di 100 km in tre settimane, che in realtà sono ad ora 115 in due settimane e mezza. Resta da stabilire il prossimo obiettivo (necessario per aggiungere un altro trofeo alla bacheca di Nike+ Running), che potrebbe essere bruciare 10000 kcal in tre settimane.
Ma che nessuno si preoccupi, non sono diventato salutista, non vorrei mai che si spargesse la voce.

mercoledì 22 maggio 2013

Topo Spin

Oggi mi sono fatto un giro nei primi anni 90. Correva l'anno 1994, ero un giovane virgulto appassionato lettore (e forse abbonato, lo sono stato per un paio di anni) di Topolino, quando usciva in edicola il numero 2000 dell'amato giornalino.

Questo pomeriggio sono passato dall'edicola di quartiere a cercare il numero 3000, fresco di uscita. L'edicolante mi ha risposto che li aveva finiti. Avevano bruciato tutte e OTTO le copie che aveva disponibili. Il contenuto disappunto per non averlo trovato, ché un po' me lo aspettavo, è stato surclassato dal sentirmi assolutamente contrariato per il fatto che in un intero quartiere si vendano solamente OTTO copie di Topolino di media. È allucinante questo degrado morale della società.

Sono poi passato dal tabaccaio-edicola del quartiere limitrofo. E ho chiesto un pacchetto di Lucky Strike e l'ultimo numero di Topolino. Un'accoppiata alquanto bizzarra, che testimonierò anche fotograficamente.


lunedì 1 aprile 2013

A marzo non ho postato nulla

C'è ancora vita intelligente da queste parti. Diciamo c'è ancora vita, suvvia.
Cosa è successo nel frattempo, brevemente. Lavoro, corsa, maltempo, Valencia, Black Rebel Motorcycle Club. Il solito, con qualche sporadico diversivo.
Le giornate si allungano, la voglia di stare in ufficio si accorcia, la condizione fisica è brillante e il meteo talvolta non è avverso. Al termine della scorsa settimana ho raggiunto il traguardo dei km in doppia cifra. A questo punto, necessito di nuovi obiettivi. La bacheca di trofei Nike Running+ aspetta di essere riempita.
Di Valencia non saprei bene cosa scrivere. Il casino de Las Fallas o uno lo vede, oppure diventa complicato da spiegare. Stupefacente solo il fatto che un evento così importante sia vissuto in modo molto poco "turistico", nel senso più becero del termine. Roba da autoctoni, +1000 punti.
Seguendo percorsi impervi, sono riuscito a vedere i Black Rebel Motorcycle Club a Milano, nonostante il soldout. Avrei anzi potuto lucrare sui biglietti che avevo in avanzo se, anziché venderli a una coppia di giovani, li avessi ceduti a quel bagarino che mi stava offrendo di più. Ma siccome i bagarini mi stanno sul culo quanto quelli di Ticketone (due facce della stessa medaglia) ho preferito uscircene alla pari, ma con onestà.
Per riassumere il concerto, mi affido ad un breve elenco di tweet elaborati il giorno successivo.
"Commenti a freddo/1: sono diventati più "maturi", li si può anche solo ascoltare #brmc #milan"
"Commenti a freddo/2: ci si spacca meno i timpani, si balla un po' meno #brmc #milan"
"Commenti a freddo/3: se qualcuno me lo propone, vado pure stasera a Torino #brmc #milan"
"Commenti a freddo/4: sto comprando online il vinile nuovo -bellissimo disco- e la maglietta #brmc #milan"
"Commenti a freddo/5: un gin tonic di dimensioni medie e di discreta qualità per 7 euro ai #magazzinigenerali mi pare onesto #brmc #milan"
 Ho qualche biglietto per altra roba imminente in mano, la qual cosa non può che farmi piacere.
Ricominciano "Mad Men" e "Arrested Development" a breve, compagnia per un po' di cene casalinghe solitarie assicurata.
Ossessione per le previsioni del tempo, per organizzare la corsa e per capire se ho bisogno di un abito invernale da cerimonia. Sperando di poter levare le gomme invernali prima di maggio.
Dovrei aggiornare più spesso qui, ho bisogno di fissare le idee da qualche parte.

mercoledì 27 febbraio 2013

The light just radiates

Pensiamo alla California, per distrarci un attimo.
Pacific Coast Highway è il nome in codice di alcuni tratti della California State Route 1, che percorre quasi per intero la costiera oceanica dello stato di Schwarzy. Qualche anno fa ci sono pure passato, per un breve tratto, sebbene le immagini fossero annebbiate da quello che era il primo jet-lag della MIA vita.
(non considero jet-lag quella volta della gita in terza superiore, a Londra, che tornammo a casa la domenica in cui si spostano avanti le lancette di un'ora, che assieme al fuso orario ci fece ottenere una giornata di sole 22 ore)
Pacific Coast Highway è anche una canzone piuttosto recente delle Hole, che mi piaciucchiava quando la passavano in radio e stavo guidando, una specie di versione soft di quel loro pezzone dei tempi d'oro che è Malibu.
Mi sono però accorto, in questi giorni di riscoperta dell'avanguardia noise newyorkese 80-90-00 (un nome solo, e anche piuttosto semplice da indovinare), che con lo stesso titolo esiste un brano dei Sonic Youth, di 23 anni più vecchio. L'album è "Sister", disco che non ho mai considerato, probabilmente a causa della copertina poco accattivante, ed è invece fottutamente e affascinantemente casinista.
E niente, questa è la voce di Kim Gordon e questo è il modo in cui i Sonic Youth interpretano la Pacific Coast Highway.



sabato 23 febbraio 2013

Don't look back into the sun

Ci hanno fatto due palle così con l'ideale delle rockstar dalla vita piena di eccessi e siamo cresciuti un po' tutti con questo mito. Non che sia falso, anzi spesso corrisponde a realtà, ma non per questo deve essere considerata una regola incontrovertibile.
Uno degli ultimi personaggi che si è visto affibbiare quest'etichetta, nel momento dell'apice di popolarità, è stato Pete Doherty. Quello che mi sono trovato davanti ieri sera è invece un uomo incapace di prendere parte a questo gioco, che ha suscitato in me profonda pietà.
Non mi aspettavo un concerto memorabile, parliamoci chiaro. La creatività e il valore artistico lo ha perso nella notte dei tempi, e la popolarità ereditata da quel periodo è ciò che lo tiene ancora a galla in qualche maniera. Eppure, sotto il profilo strettamente musicale, non è stato un brutto concerto.
Pete alla chitarra acustica, accompagnato unicamente da una violinista, che spazia attraverso tutto il suo repertorio, dai brani del disco solista ai pezzoni dei Libertines, passando per un paio di canzoni degli incompiuti Babyshambles degne di nota. Più di un'ora di esibizione, non propriamente coinvolgente ma sicuramente amichevole, in ricordo dei bei tempi andati.
È la presenza fisica ad essere inquietante. Il volto da ragazzino, il fisico un po' emaciato, hanno lasciato spazio ad un uomo che sembra gonfio di cortisone, dalla forma a birillo e dal viso alla Peter Griffin. Solo le spalle ricordano quella sagoma minuta, ispiratrice di tanti hipster con la maglia a righe orizzontali e il cappello nero e i jeans skinny. Si mantiene in piedi a fatica, si muove legnosamente, prova a fare stage diving ma occorrono poi due dei suoi per tirarlo sul palco, accende tre sigarette scroccate al pubblico ma gli cascano dopo un tiro solo. Ad un certo punto, riesce a beccarsi addirittura una testata contro il microfono, roba da deviazione del setto nasale.
Mi è dispiaciuto parecchio, nel vederlo così impotente. Mi hanno detto dal backstage che ha portato con se la figlia, probabilmente con l'intento di mostrarle l'unica cosa che è ancora in grado di fare, canticchiare vecchie belle canzoni intrattenendo un pubblico complice, che pur di vederlo ancora si accontenta di questo.
Io che sognavo un ritorno dei Libertines, come a Reading/Leeds nel 2010, vedo ormai ogni entusiasmo smorzato. Ciò non mi stupisce molto, in realtà, piuttosto l'empatia con un uomo assolutamente perso, un carico di potenzialità totalmente ingestite e sprecate.

E poi si chiude così.

martedì 19 febbraio 2013

Up that hill

Era più di un mese fa, ed avevo riapprocciato la corsa, noncurante della stagione poco propizia, scegliendo un nuovo tracciato urbano da calcare. Ne parlavo qui.
È andata a finire che ho corso un paio di volte, poi mi è venuto un piccolo malanno, poi è arrivata la neve, poi c'è stato il freddo, e poi sono andato negli Stati Uniti, e poi c'è stato di nuovo il freddo, e poi sono andato in Sardegna. Nel frattempo mi sono attrezzato con la tenuta invernale, ma non ho avuto modo di provarla, fino a ieri.
Sono uscito discretamente presto dal lavoro, e sono andato al parco. Mi sono fatto un paio di riprese, con sorprendenti risultati di tempo e per una distanza totale non indifferente, per i miei standard. E non ero troppo stanco, ho dormito bene, non mi sono ammalato e oggi di nuovo, sono tornato e ho corso ancora un po'. E la cosa non è di grande interesse, me ne rendo conto, ma avevo promesso il quattro di gennaio una foto dello skyline di Brescia visto dal parco, e ho provveduto a scattarla e mi serviva un post per buttarcela dentro.
Ecco. A me correre qui in mezzo un po' galvanizza.


domenica 10 febbraio 2013

So I felt like an actor

Non riesco a spiegare agli altri, tantomeno a me stesso, la contraddizione tabagistica che mi vede incapace di fumare in un luogo chiuso, che sia casa mia o un locale, e altrettanto incapace di non fumare quando sono al volante.
Ripensavo a ieri. Sono uscito di casa due volte, nel tardo pomeriggio per andare all'Esselunga e la sera per andare Lio. Un totale di 11.6 km, ripercorrendo il tragitto su Google Maps. Un totale di quattro sigarette, secondo il mio pacchetto. Una media di una sigaretta ogni 2.9 km. La colpa è anche di questa canzone con cui sono andato in fissa ieri, ma non nascondiamoci dietro a un dito. Io ho un problema.
La mia lucida analisi non si è conclusa qui, purtroppo. Perché quegli 11.6 km sono frutto di percorsi allungati di proposito per concedermi il tempo di una sigaretta, mentre seguendo per ogni tratta il tragitto più breve avrei percorso un totale di 6 km. Ho raddoppiato la strada per potermi godere in pace quattro sigarette in modalità David Bowie. Questa deviazione stradale/mentale mi costa più di benzina che di tabacchi, peraltro.
Soffro di claustrotabagismo. Non iniziate a fumare in auto, crea dipendenza (molto più del fumare generico, per quanto mi riguarda).