venerdì 31 agosto 2012

Se mi schifi ti cancello

Tra le attività che mi ero proposto di smarcare nelle tre settimane di ferie, c'era il riordino dei miei cimeli da collezionista e della libreria. Si può dire che sia stata l'unica che ho completato, assieme allo sbarco nel magico mondo della corsa.
Scorrendo libri e cd, dischi e dvd, ho provato in certi momenti una sensazione di disagio. Si perché il vostro, apparentemente snobissimo e fighettissimo sostenitore di una cultura un po' di nicchia, tiene degli scheletri nell'armadio grossi come la salma di un noto presentatore tv conosciuto per le gaffes e per gli occhiali. Non starò di certo qui ad enumerare quali scempi si nascondono tra i miei possedimenti, sta di fatto che fanno bella mostra di se nel mio salotto, e chiunque varchi la porta di casa mia ci mette poco meno di un minuto a smascherarmi, perché è tutto quanto esposto al pubblico ludibrio.
Sto dunque meditando di applicare il celeberrimo metodo Trotskij, e come il rivoluzionario sovietico venne rimosso dalle fotografie ufficiali in seguito a un simpatico bisticcio con Stalin (quant'era permaloso, il baffuto zio Iosif, non ci si poteva litigare ché subito ti mandava in esilio, cancellava ogni prova della tua esistenza e mandava pure un suo agente ad ammazzarti), così dovrei fingere che certo materiale non sia mai entrato a far parte della mia vita, rinchiudendolo in uno scatolone come si fa con i regali delle ex e archiviandolo in un anfratto non troppo accessibile del mio minilocale. Ho purtroppo l'insana tendenza a non gettare via nulla, non per questo però mi devo rovinare la reputazione.

4 commenti:

  1. Chissà perchè io, pur non conoscendoti, avevo avvertito la tua anima "pop"!?
    Ma siccome non si può dire di detestare qualcosa se non lo si conosce (un po' come i cavoletti di bruxelles), puoi archiviare il tuo come "materiale di studio della mediocrità musicale del XXI secolo e giù di lì". Se c'è qualcosa di troppo, troppo, troppo scomodo puoi sempre scioglierlo nell'acido...

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    1. È parte del mio percorso di crescita. Rinnegare ciò che siamo stati significa un po' rinnegare ciò che siamo.
      Detto questo, certe schifezze sono comunque intollerabili. Meglio conservarle come "insospettabili confessioni di una mente brillante".

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  2. No niente, è che mi ha sempre fatto ridere il fatto che l'agente mandato ad accoppare Trotskij fosse lo zio di Christian de Sica

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    1. Questa mi mancava. A dir poco esilarante. Non riuscirò più a vedere la Rivoluzione Russa con gli stessi occhi, ora.

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