venerdì 21 gennaio 2011

Ulysses S01E03

(continua da qui)
ORD-STL, h.23:30 CST
Arrivare a Chicago dopo due voli su due in ritardo significa aspettarsi quanto di peggio possa riservare il più caotico aeroporto degli Usa.
Il controllo passaporti fila liscio, ma già l'inutile ritiro bagaglio (per poi reimbarcarli trenta metri più avanti) crea un attimo di suspance. Perché quando hai la valigia Priority, e tutte le valigie Priority sono già uscite e messe da parte e la tua non si vede, e iniziano ad uscire tutte le altre e nessuna ha la tag rossa della Priority, un po' ti caghi in mano.
Ma poi la gentildonna del servizio bagagli fa un controllo radio e dice di non preoccuparsi. Dopo tre secondi sul nastro compare l'oggetto del mio desiderio. Pericolo scampato.
Il solito infinito spostamento di terminal, sui monitor il volo sembra in orario. Peccato, ho solo un'oretta di svago, e poi non ho voglia di arrivare in hotel, significa che la parte divertente del viaggio è finita (se questa è la parte buona, immaginatevi il resto).
Si va a scroccare la connessione internet in saletta Red Carpet, nonché un po' di formaggio, carote e chiaramente del caffè.
Compare la parolina magica, che al Chicago O'Hare International è quasi di ordinanza: DELAYED. Il volo UA7767 partirà con un'ora e un quarto di ritardo. Mi sposto sulla poltrona davanti al monitor, qui è meglio tenere sotto controllo la situazione.
E faccio bene, perché dopo un po' si aggiunge un'altra ora di ritardo. Così cominciamo a ragionare, transitare da Chicago richiede un minimo di quattro ore.
Il tempo vola e arriva il momento dell'imbarco. Accumulando qualche ulteriore decina di minuti di ritardo, finalmente si sale a bordo, ad un orario simile alle 19 (partenza prevista 16:12, vabbè).
A questo punto entro in coma, inizio ad avere i colpi di sonno e a non rendermi conto di cosa succede intorno a me. Riesco solo a captare parole come "Sbrinamento", "Cambio pilota", "Cambio copilota", oltre all'immancabile "Ritardo". Resto così intrappolato su un Embraer per quelle che poi scoprirò essere due lunghe ore.
Alle 21 si decolla. Non bevo nemmeno la Sprite di rito, dormo tutto il tempo.
Mi sveglio alle 22 locali, sulla pista di atterraggio di St Louis. Termina così dopo sole 25 ore questo ennesimo viaggio della speranza.
(fine)

5 commenti:

  1. uazz

    hai baciato terra?:D

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  2. No perché sarei rimasto incollato con le labbra per il freddo...

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  3. scemo e più scemo...solo che non sarebbe stato il palo:D

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  4. vendi i diritti alla Fox..

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  5. Sarebbe una bella mini-serie, solo un po' scarsa di figa...

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