venerdì 30 dicembre 2011
Hangin' on Christmas tree
Le tecniche di autodifesa dalle festività in famiglia possono essere le più disparate.
La febbre a 39° sarebbe probabilmente la scappatoia più efficace, ma chi conosce una spolverata di Murphy sa che non ci si ammala mai al momento propizio (e sempre quando non si dovrebbe, tipo che oggi è il trenta dicembre e io ho la gola appesantita, il naso intasato e la testa ciondolante mentre pigio i tasti del mio cesso a dieci pollici).
Così ci si arrabatta come si può, ad esempio diversificando i parenti. Pranzo da una parte, cena dall'altra, giusto per sentire discorsi diversi.
Anche il Natale in stato di ebbrezza, o di stanchezza dovuta a un nightclubbing forzoso, contribuisce ad alleggerire il peso delle grandi abbuffate.
I bambini in famiglia sono una grande invenzione, attirano l'attenzione di tutti e permettono di passare inosservato mentre schiacciamo un pisolino, ci slacciamo la cintura, ci scaccoliamo o leggiamo l'intera edizione on-line de L'Unione Sarda sul nostro smartphone per ammazzare la noia.
C'è solo una questione che non riesco a superare, che mi traumatizza ogni volta e amplifica la mia insofferenza, altrimenti contenuta e contenibile. Passi l'antipasto, passino due primi, il secondo, i formaggi. Sei ormai mentalmente predisposto a visualizzare il traguardo, frutta-panettone-caffè e via, ed invece arriva la carrellata dei dolci natalizi. Dei quali, per scarsa golosità e per ripicca personale, non assaggi nemmeno un pezzetto. Panettone, pandoro, crema al mascarpone, torrone, mostarda, frutta secca, frutta candita, frutta candita ricoperta al cioccolato, cioccolatini, biscotti. Che venissero portati tutti assieme, andrebbe anche bene. E invece no, rigorosamente uno per volta. Tempo di attraversamento medio, due ore. Due fottutissime ore di noia, mentre tu avresti bisogno unicamente di un caffè, o almeno un Lexotan per non rendersi conto di nulla. Trovarne la scappatoia sarà il task del periodo natalizio 2012.
venerdì 23 dicembre 2011
Motion Picture Soundtrack
L'altra notte mi sono imbattuto in questo passaggio; episodio 2x10, titolo evocativo "In Utero", uno di quegli episodi strani, belli ma parzialmente fuori contesto, che ogni tanto infilano nelle serie per spezzare il ritmo, infarciti di flash-back del passato. Colonna sonora pregevole, ad un certo punto salta fuori Nick Cave, ma alla fine c'è sempre un senso di incompletezza della puntata. Almeno fino a quando non parte questa scena. Questo gruppo, questa canzone, la voce di Hank Moody che per un momento è meno sessuomane del solito. E poi c'è di mezzo pure quello lì che è morto, che si è ammazzato quasi vent'anni fa.
giovedì 22 dicembre 2011
New Deal
lunedì 19 dicembre 2011
The Heinrich Maneuver
Per l'amor di Dio, in un frangente di sacrifici per tutti, un segnale di uniformità a questo sforzo da parte di coloro che questi stessi sforzi ce li chiedono è necessario, rende un pochettino meno indigesta la cura da cavallo.
Quello che sembra non essere chiaro ai più è che non si risolve tutto tagliando quei mille stipendi, manco per il cazzo, viaggiano su ordini di grandezza totalmente differenti. L'aumento della benzina non ce lo leva nessuno, e lo slittamento dell'età pensionabile, e l'imposta sulla casa di proprietà, e via dicendo.
Si può chiedere una manovra più equa, anche se c'è necessità immediata di far cassa e il modo migliore per centrare l'obiettivo è andare a prendere i soldi "sicuri", quelli di chi ha sempre pagato. Le campagne sullo scandalo dello stipendio del barbiere di Montecitorio in questo momento sono fini a sé stesse, perché duecentomila euro annui sono certamente un'enormità, ma di quei duecentomila euro oggi ce ne facciamo poco più di un cazzo. Aggiungiamo questo punto all'agenda del futuro, ma oggi concentriamoci su interventi di maggiore efficacia.
Più gente si incassa per questa manovra, migliore sarà la sua riuscita e maggiore sarà la sua equità. Altrimenti ci troveremo a ringraziare le lobby e le corporazioni di ogni forma e livello per non aver scontentato nessuno e portato il sistema al default.
You're speaking my language
Siamo abituati a personaggi che da Chicago a San Francisco, da Berlino a Madrid, da Tokio a Tijuana parlano con spiccata cadenza romanesca. Ancora una volta, nessuno vuole sminuire il lavoro di riadattamento e lo sforzo di sincronizzazione che sostengono i doppiatori, ma più passa il tempo e più diventa palese il limite congenito di questa pratica.
Lo stravolgere il senso delle frasi è solo un aspetto (in cui i migliori non incappano). Perché perdersi la voce originale dei personaggi, che pure sarebbe uno degli elementi caratterizzanti di un attore? Qualcuno sostiene che i sottotitoli distraggono. Qualcun altro non vuole provarci perché non capisce una parola di inglese. Se lo dice mia nonna ci credo anche. Ma chi ha un minimo di flessibilità mentale dovrebbe quantomeno provarci.
Ma questo ennesimo post di protesta da dove nasce? Come raccontavo qualche giorno fa, ho visto Midnight in Paris al cinema. Film americano ambientato a Parigi, in cui compaiono parecchi personaggi francesi e spagnoli. Il doppiaggio italiota fa parlare questi personaggi in italiano con presunto accento che ne denota la provenienza. Il risultato? Adriana, ragazza parigina che nella storia assume un certo rilievo, si esprime come una rumena. Qualcosa di drammatico, ogni volta che parla suscita un misto di ilarità e sgomento. Avessero fatto parlare Picasso come un kebabbaro, l'opera di disfacimento sarebbe stata completa.
Sto facendo un pensierino per andare a vederlo in lingua originale, anche se privo di sottotitoli mi risulterebbe indigesto (non mi prendo meriti che non mi spettano, se non leggo la traduzione mi perdo almeno la metà delle battute). Hanno provato a rovinare un film, devo fare il possibile per fermarli.
sabato 17 dicembre 2011
DuepuntoZero
L'augurio è che questo vecchio nuovo blog sia all'insegna dello shoegaze e del reaganing, parole che riempiono la bocca. Followatemi, aggiungetemi ai preferiti, ditelo a tutti i vostri amici. E localizzate l'uscita di emergenza più vicina.
(un dubbio mi assilla, anzi due... il template è leggibile? ed è figo oppure dozzinale?)
venerdì 16 dicembre 2011
Like Dylan in the movies
Ho realizzato che il pomeriggio al cinema è una soluzione:
- economica, il prezzo del biglietto è quasi accettabile, mentre il sabato sera francamente è un furto
- comoda, lavoro a 5 minuti di strada da uno dei due multisala di Brescia
- che mette al sicuro da una posizione ignobile tipo fila R posto 1 giusto davanti al lobo destro del protagonista
- che non crea in imbarazzo per essere da solo, la sera uno magari si sente un po' sfigato, di giorno invece è normale, anche perché starsene seduti in silenzio per due ore che tu sia in compagnia o meno cambia un cazzo, l'ho sempre sostenuto e non ho mai concepito il cinema come prima uscita con una ragazza
- che riduce il pericolo di attacchi di sonno, la poltrona del cinema ricorda troppo un divano, e a me il divano dopocena stronca
Ci saranno state venti persone in sala. Troppe, sono riuscito a odiarne alcune. Quelli che descrivono all'amico cosa sta succedendo, come se fosse necessaria una didascalia a tutte le scene. Quelli che ostentano ad alta voce cultura di un certo livello, riconoscendo nel film luoghi e personaggi di nicchia come l'Arc de Triomphe, Pablo Picasso o Salvador Dalì, rimuginando però su chi sia questo Scott Fitzgerald. Quelli che anticipano le scene, la sceneggiatura di Woody Allen non è mai prevedibile effettivamente, specie dopo il quarantesimo film.
Parliamo anche del film, se avanza tempo? Massì dai. Owen Wilson ha dei capelli meravigliosi, la prossima volta che vado dal mio parrucchiere gay mi porto una foto. Nei migliori passaggi, quelli più alleniani disseminati di brevi monologhi e nevrotici botta e risposta, pare proprio di sentire l'Allen degli anni 70 che parla attraverso la voce di un'altra persona. Mi piacerebbe stenografarle tutte, queste frasi. I personaggi secondari sono tutti abbastanza odiosi, è come essere su un volo Ryanair pieno di italiani, ed è un altro punto a favore. Il rapporto tra romanticismo e cinismo è un po' troppo sbilanciato a favore del primo, e non mi piace granché questa diversa combinazione, io sto sempre dalla parte delle nevrosi. Più che discreto, nel complesso, consigliato caldamente a chi ama il regista e/o il genere, indicato anche per un pubblico medio. Basta che stia in silenzio.
C'è però un problema. Serio. Ma non è imputabile al regista, al cast, alla produzione o a checcazzo. Merita un post separato. Chi ha visto il film indovinerà senza grande sforzo.
mercoledì 14 dicembre 2011
Feels like home
Nel frattempo ho maturato una decisione: anziché appesantire il blog con tutta la storia dal 2007, della quale un po' mi vergogno, sono stati pubblicati solo i post a partire dal primo gennaio del 2011. Un minimo di storia recente, per aiutare l'indicizzazione in Google e per dare qualcosa in pasto ai lettori bulimici, senza esagerare con la nostalgia.
lunedì 12 dicembre 2011
Gozzoviglio Metalmeccanico
Un breve excursus storico sullo sciopero odierno: CGIL, CISL e UIL hanno proclamato tre ore di astensione dal lavoro, la FIOM-CGIL (quella che tira i boeri al rum in bocca a Marchionne prima del posto di blocco, cfr.Crozza) ha rilanciato a otto, io ero intenzionato a non farne nemmeno mezza perché la mia visione del momento politico attuale è altra, e meriterebbe un approfondimento altrove; il caso ha voluto che stamattina entrassi in ufficio prestissimo, e tre ore di sciopero a fine turno mi avrebbero permesso di uscire prima di pranzo, al che mi sono convinto che si doveva dare un segnale, comunque. E così a 12 e 36 me ne sono andato a casa.
Pranzo, solite faccende domestiche di routine, svaccamento sul divano col pc. Giornata di ozio (dopo weekend+ponte di ozio), no?
No.
Ho trovato le coordinate del complesso residenziale nuovo, che ho adocchiato vicino al lavoro, dove a quanto pare affittano anche. Resta solo da chiamare, senza farselo soffiare come accaduto in tutti gli episodi precedenti.
Erano giorni che cercavo un modo di vedere la seconda serie di Californication in lingua originale. Si trovavano solo episodi dvdrip, e sottotitoli per la versione tv, ovvero asincronia intollerabile. C'era poi il 720p, la presunta alta qualità (effettivamente da mezzo metro si vede meglio, ma la mia miopia me ne preclude una valutazione sensata dalla distanza-divano), che è grosso quattro volte l'originale evabbè, ma che sul portatile si vede a scatti e macchie sarà la scheda video, e che i lettori divx non beccano l'han detto i cervelloni dei forum. Mettiamolo su chiavetta e vediamo se l'usb della televisione lo riconosce. Riconosciuto. Ho visto l'episodio 2x03 in lingua originale e in (potenziale) HD, o forse HD Ready.
Ma l'annoso problema che mi appesantiva le gonadi era un altro. L'account homebanking della mia banca, quella che è differente. Ho fatto richiesta nel primo trimestre di quest'anno, non ricordo bene che mese fosse. Ho fatto la spola da casa alla sede centrale per tutto il secondo trimestre, c'era il problema di sganciare il mio conto da un account comune e metterlo sotto il mio nuovo account, e non ci riuscivano, e mi avrebbero richiamato, e non mi richiamavano, e tornavo alla carica, e non cambiava un cazzo. Poi l'estate, le ferie, il ritorno, chi ha voglia di ricominciare la trafila. Prendo il coraggio a due mani e ci riprovo. Solo perché devo andare a prendere qualche sterlina. Miracolosamente, il pacchetto era pronto. Ho aspettato qualche settimana prima di gustarmi il sapore del successo e finalizzare la registrazione. Oggi era il momento giusto. Peccato che io 'sto ID utente non sapevo dove andare a beccarlo, non era la password accesso, non era la password dispositiva, non era il numero che compariva sulla chiavetta magica e nemmeno uno di quegli strani numeri presenti sugli allegati del contratto. E nemmeno il telefono della banca. Ho chiamato. La ragazza mi ha riconosciuto senza che mi dovessi presentare. Ha promesso che avrebbe fatto una verifica e mi avrebbe richiamato. Il numero già ce l'aveva, stava in rubrica alla lettera R. Rompiqualcosa. È stata di parola, e finalmente ho avuto quel che mi meritavo. Se dovessi perdere la password, o la chiavetta, ritiro i soldi dal conto e compro un po' di debito pubblico greco, e si fotta il conto telematico.
Nota a margine, a completamento del post precedente: la seconda metà dell'album degli of Montreal è meglio della prima, ma non ne sono rimasto impressionato. Voglio un altro titolo.
venerdì 9 dicembre 2011
Dust on the tracks
Oggi mi sono dedicato, al netto del cazzeggio, a due attività che non praticavo da tempo e delle quali sentivo una grande necessità: riordinare&spolverare camera da un lato, scaricare&ascoltare nuovi album dall'altra.
Tralascio i dettagli dell'impegno casalingo, ancora in via di conclusione, per dire la mia non richiesta opinione "di primo acchito" su cinque dei tredici album che compaiono nella sezione "Aggiunti di recente" di iTunes, rimasta vuota troppo a lungo.
L'ultimo album di Dente, "Io tra di noi", è gradevole se sei un fan di Dente. Io lo apprezzo moderatamente, ma sono ancora troppo Dente-scettico per rimanerne colpito. E dieci euro per vederlo sabato al Vinile non so se li merita.
Il secondo disco dei Maccabees, "Wall of arms", non mi piace quanto il primo, e nemmeno quanto mi piacerà il terzo, in uscita a gennaio. Mi sono ricordato di loro settimane fa sfogliando NME, spero solo che ci sia una ragione perché li pompino così. Ho scritto pòmpino, con l'accento sulla o.
Nuova uscita anche per le Dum Dum Girls, "Only in dreams". Che per buona metà del disco suonano come facevano i Blondie trent'anni fa. Che è sempre un bel sentire, ma non c'è niente di innovativo. Meglio la seconda metà, solo che stavo spolverando e non ho prestato molta attenzione alla musica. Ma è sicuramente originale, altrimenti avrei iniziato a canticchiare sovrappensiero "Hanging on the telephone" con lo straccio delle polveri in mano.
Settantatreesimo (e ultimo per ora) disco di Tom Waits, "Bad as me". Non si discosta molto dai settantadue precedenti. E per fortuna, ché il vecchio rocker è sempre una fottuta garanzia. Ascoltandolo sovviene una certa atmosfera natalizia. Meglio, di una notte di Natale (il 25, non la vigilia) con l'auto parcheggiata davanti a una fabbrica di serramenti, finestrino abbassato, semisbronzo con la sigaretta in mano, che rifletti sulla festività appena passata e sul tuo essertela cavata egregiamente anche stavolta, e anche stavolta per merito dell'alcool. Devo masterizzarmene una copia e metterla in auto per l'occasione.
of Montreal, ultima fatica anche per loro, "False priest", risalente ormai al 2010. Sono a metà disco in questo istante, ma non mi entusiasma. Preferisco "Hissing fauna blabla", che poi è l'unico loro altro disco che ho ascoltato. Se avete suggerimenti al riguardo, sono tutt'orecchi.
giovedì 1 dicembre 2011
Ø
La devozione di questo blog agli Smashing Pumpkins la capisce anche uno scemo, l'avatar/header è autoesplicativo, il nick nasce da un'intersezione di pezzi tra cui uno celeberrimo della band di Chicago.
Martedì era la mia prima volta. In realtà ero al terzo concerto, il secondo in due giorni, ma mentre a Bologna nel 2008 ero al secondo anello, e lunedì a Milano ero al primo, a Padova stavo lì sotto, in mezzo, vicino.
William Patrick Corgan baffuto, panciuto, con tre ragazzi a fianco che fanno in tutto la sua età. Un palco con luminarie da luna park, poco "nineties" nello stile. Attaccano cattivi, casinisti, sporchi con pezzi nuovi. Poi rispolverano qualcosa dagli archivi e fanno capire che il prezzo del biglietto ancora lo valgono. I pezzi nuovi sono di buona fattura, anche se alcune digressioni un po' troppo forzate appesantiscono questi intermezzi. La scaletta l'avessi preparata io sarebbe completamente diversa, ma è pur vero che su trenta brani di Mellon Collie ne avrei voluti sentire ventidue, e non possiamo far durare un concerto sette ore perché "questa non la possono non fare". Canzoni nuove, pezzi di repertorio non proprio di prima linea ma anche brani destinati ad arruffianarsi il pubblico. Ed è su Siva, Cherub Rock, Tonight Tonight che la gente, un po' troppo statica in platea, si muove.
Il delirio arriva con l'encore. For Martha, riposo preventivo. Poi una di fila all'altra, senza soluzione di continuità, Zero e Bullet with butterfly wings. Roba da collassare lì. E un po' è successo.
domenica 27 novembre 2011
Tales of a scorched earth
Un paio di cosucce interessanti da dire ci sarebbero. Ho in mano (non ancora, devono arrivare, ma è come se li avessi) i biglietti per il tour dei Radiohead in Italia, tra poco più di sette mesi. Per quale data? Tutte e quattro. Poi vediamo.
Ieri mattina è arrivato il pacco che aspettavo da due settimane. Ormai disperavo. Conteneva questa cosa.
Già, la maglia. Uno status. Quelli gialli sono i biglietti per Milano, domani sera (inaspettato omaggio fuori programma). Quelli bianchi sono i biglietti per Padova, martedì sera. Alla simbologia ci pensiamo un'altra volta, intanto mi godo il momento.
martedì 22 novembre 2011
Half-Pipes
Warm gun
giovedì 17 novembre 2011
Come fly with me
Come faccio invece io ad individuare il mio trolley con rapidita? Molto semplice, è sempre l'unica valigia sul nastro trasportatore che non ha la cinghia di stoffa.
martedì 15 novembre 2011
The Great Escape
Il mio ritorno al ciclismo urbano (temperatura di poco superiore agli zero gradi) è stato ieri sera interrotto da quello che ai miei occhi è apparso come un inseguimento tra un furgone di Mondo Convenienza e un'Alfa della Polizia. Il grottesco sta nel fatto che la volante fosse davanti e stesse scappando.
Devo raccogliere le mie abilità, inventarmi provetto escapologo e sfuggire alla terribile "pezza del treno", che dopo avermi colto alla sprovvista ieri sera mi ha teso una trappola pure questa mattina. Il sonno è sempre il miglior rifugio, ma è necessario un piano B.
Sto aspettando due consegne importanti, una a mano e una via corriere. Paradossale che tutto ciò avvenga nei presunti ultimi giorni di vita di queste pagine. Voglio prima capire qualcosa di più in merito agli untori che hanno affisso i manifesti funebri di Splinder con un anticipo quantomeno sospetto. Con gli utenti in fuga diventa ora impossibile la sopravvivenza della piattaforma, anche se fosse una bufala o fosse comunque una drammatizzazione di quello che era il destino programmato. Qualcuno sì ritrova in groppa un sacco di blog, un sacco di traffico e magari riesce a rilevare le pagine rimanenti strappando un prezzaccio. Non sono John Grisham, ma ci vedo del losco.
lunedì 14 novembre 2011
The Walking Dead
Questo topic sembra a questo punto superato, dato che quegli stessi blog corrono il rischio -non quantificabile- di sparire per sempre. Assieme a tutte le altre pagine Splinder.
Noto una certa isteria collettiva, non del tutto immotivata ma sproporzionata rispetto alle certezze che si hanno -nessuna- e all'effettiva portata del rischio. Una volta fatto il backup su una nuova piattaforma, succeda quel che succeda ci siamo parati comunque il culo. Naturalmente è un passaggio che devo ancora completare. Devo ancora iniziarlo, a dire il vero.
Dietro queste manovre di palazzo, complotti massonici, intrighi orditi da IoBloggo (piattaforma che, non fosse per la facilità di importazione, nessuno avrebbe mai scelto già solo per il nome ridicolo e che invece si trova ora sulla cresta dell'onda) ci sta una sacrosanta verità: Splinder ormai fa schifo. Il servizio (assistenza, manutenzione, innovazione) lascia a desiderare da parecchio tempo, la qualità media dei blog è a dir poco scadente, la presenza di spam è ai massimi storici, l'indicizzazione su Google è insignificante. Questo spauracchio della chiusura non fa altro che accelerare un processo di abbandono in atto da tempo. Vero che si perde il senso di community che Blogspot o Wordpress non sanno offrire, ma è altrettanto vero che canali di condivisione ce ne sono oggi a bizzeffe.
Non ho ancora deciso il destino di questo blog, ma di drammatico non ci vedo granché. A meno che non mi si freghino tutti i post da un giorno con l'altro.
giovedì 10 novembre 2011
Kolossal
Ho sempre definito "Siamese dream" come il loro album migliore, mentre considero "Mellon Collie and the Infinite Sadness" un caso a parte, non è un disco (lo accosto spesso al White Album dei Beatles), è un'opera di diverso genere.
In una delle mie spassose elucubrazioni alla guida, ho individuato la metafora giusta per chiarire meglio questo mio cavallo di battaglia. Se consideriamo un disco come se fosse un film, Mellon Collie è l'equivalente di una saga. Come Star Wars, nessuno dirà mai che SW è il suo film preferito perché non è un film, e difficilmente lo farà per uno dei singoli episodi, perché va preso nel suo complesso.
Mellon Collie è Star Wars, beninteso che io non ho mai visto un solo film della esalogia e che non ne sono mai stato più di tanto affascinato; lo considero comunque una pietra miliare della cinematografia mondiale, un punto di svolta. Come lo è stato per la musica MICS, che ricordiamo non è il mio disco preferito degli Smashing Pumpkins.
martedì 8 novembre 2011
Nonsolobrontolo
È così agghiacciante? No. Ed è proprio da ciò che nasce il mio disagio.
A me la tv dei fornelli fa cagare, ad ogni livello, ma mi tocca essere onesto e ufficializzare la promozione da "cancro della società" a "programma che non guarderei se non dietro modesto compenso economico".
Le ragioni di tale rating review? Innanzitutto, non è più dentro un telegiornale. Hahaha, ho definito Studio Aperto un telegiornale. Sta di fatto che in mezzo a una serie di presunte notizie, una ricetta non c'azzecca un cazzo. Punto numero due, i piatti vengono illustrati per esteso, non ci sono più quelle spiegazioni sommarie che ti vogliono far credere di poter preparare un piatto importante nel tempo di un pane e prosciutto. Quando in realtà erano piatti poco più che banali e richiedevano più dei trenta secondi millantato. Terzo, non si ficca più quel maledetto dito in bocca. Mi sembra ce ne sia a sufficienza.
Hate is a four letter word
Non ho la stoffa dell'opinion leader, ma con un po' di carisma in più potrei diventare un obsession leader.
domenica 6 novembre 2011
Cinque stelle di pulito
Ancora più divertente e ridicolo è il modo di spiegare queste amenità non richieste e non necessarie, spacciandole per comodità irrinunciabili. L'altra mattina in doccia mi ha fatto sbellicare dalle risate (per quanto uno si possa sbellicare alle 6 del mattino) il kit shampoo e bagnoschiuma. Ecco perché.
Si, in francese significa "latte di fico", ma essendo non a Toulouse bensì a Cagliari si potrebbero anche evitare certe minchiate.
lunedì 31 ottobre 2011
Sunday in onore di Sunday Oliseh
Il grigio, la nebbia, il buio presto (da non confondere col buio pesto). La domenica, che di per sè è un narcolettico. Telefilm a nastro, divani che prendono la forma degli esseri umani e viceversa, la replica di Italialand sul sito web di La7 (episodio che evoca ricordi divertenti ed incresciosi al tempo stesso, ma è un'altra storia questa).
Poi il giorno successivo (oggi) si ricomincia a vivere, e siamo pronti a nuove ondate di grottesco, ma concedersi una giornata di standby mi sembra sacrosanto.
mercoledì 26 ottobre 2011
Snakes and ladders
Ho cominciato ieri a masterizzare l'intera discografia, essendo gli LP inutilizzabili con l'autoradio. E per quegli stronzi fighetti che sostengono che il cd suona più metallico e freddo rispetto al vinile: avete ragione, avete. Il casino è sensibilmente diverso.
A dire il vero un album già ce l'avevo su supporto plastico, il loro greatest hits noto anche come Rotten Apples; per un errore di distrazione di gioventù la tracklist non è conforme all'originale, bensì le tracce si susseguono in ordine alfabetico.
Chi mi conosce mediamente bene starà immaginando scene apocalittiche, del tipo il sottoscritto che mentre guida si accorge del misfatto ed è costretto ad accostare in preda ad un attacco simil-epilettico, bava alla bocca compresa.
E invece no, nessun trauma. Anzi, ho trovato interessante il fatto di poter subito arrivare alla traccia desiderata anche senza conoscere la scaletta. (ho chiuso un occhio perché non si tratta di un vero disco ma di un best of, chevvelodicoaffà)
martedì 25 ottobre 2011
No blood, good news?
E come nessuno sa, non ci sono stati scontri. Ieri, scorrendo l'utilissima rassegna stampa de Il Post, non se ne trovava traccia nelle prime pagine dei quotidiani nazionali. Eccetto La Stampa, ma più per questioni geografiche di vicinanza che non per completezza di informazioni. Ricordiamo che nei due giorni precedenti non si erano risparmiati titoli a nove colonne che incutevano -anche giustamente, per certi versi- paura per quello che sarebbe potuto succedere. E non è successo, grazie ad azioni preventive delle forze dell'ordine e al senso di responsabilità dei manifestanti e degli organizzatori. Elementi che erano mancati in quel di Roma.
A questo punto mi viene un interrogativo, complesso, per il quale non esiste una risposta oggettiva: è giusto dare visibilità alle manifestazioni solo in caso di violenze e scontri? Ed è giusto che in alcune manifestazioni si varchi di proposito il limite della legalità per ottenere visibilità?
Quarto Stato
Fino a ieri me ne stavo visibile sul cancello, noncurante delle avvertenze che mi stavo precludendo ogni possibilità di carriera. Da oggi rimango in ufficio a leggere una rivista dal nome retrò ma che fortunatamente è al passo con i tempi (almeno quella).
lunedì 24 ottobre 2011
Blonde on Blondie
domenica 23 ottobre 2011
New paragraph
Mi ha omesso tutti gli a capo, rendendo praticamente il tutto illeggibile. Ed io non ne ero affatto consapevole. Non è che stavo giocando a fare Joyce, per intenderci.
venerdì 21 ottobre 2011
Dinosaurs for breakfast
Gli Stone Roses tornano assieme. Quindici anni dopo lo scioglimento, si ricompone il gruppo più rockeggiante del panorama Madchester. È come trovarsi ancora nel '91, senza Red Ronnie in tv. Passeranno in Italia? Qualcuno lo chiederà loro?
Nasce una nuova coppia di fatto. Il 31 ottobre esce l'album della strana accoppiata Lou Reed-Metallica. L'anticipazione non sembra affatto sgradevole, si guarda avanti con curiosità.
E, detto tra noi, sto ancora aspettando che i Libertines riuniti e i Blur con Graham Coxon si facciano vedere da queste parti.
giovedì 20 ottobre 2011
Di cibi, indigestioni e suini
Benedetta Parodi apre un blog su corriere.it. Non metto alcun link perché non vorrei che mi si accusasse di "apologia di minchiata". Quantomeno finché scrive evita di inventare nuove ricette demagogiche.
Nuovo sottogruppo in Parlamento, dopo il voto di fiducia di venerdì scorso: due deputati della maggioranza non si sono presentati alla prima chiama, in manifesto dissidio con gli ex-sodalizi, e sono stati subito categorizzati come Malpancisti. Nessuno ha osato chiedere dove fossero al momento del voto.
Tentata rapina a casa di Gerry Scotti. Peccato che l'appartamento in ristrutturazione fosse vuoto e disabitato. Si è dunque salvata l'intera collezione di prosciutti, e che diovibenedica. Se l'avesse saputo prima, avrebbe dato ai malviventi un aiutino.
Killing me softly
Accartocciarlo per metterlo in tasca e poterlo gettare via.
Accorgersi che, nascosta in un angolino, c'è ancora una sigaretta. Accartocciata anch'essa nella migliore delle ipotesi, oppure con le feritoie davanti al filtro che rendono difficoltosa l'accensione e poi il tiraggio.
mercoledì 19 ottobre 2011
TicketZero
E fu così che il libraio-rivenditore, con mio enorme stupore e soddisfazione, potere nelle mie mani non l'odiatissimo biglietto giallo anonimo, ma un biglietto altrettanto anonimo di un circuito sconosciuto ma, ed è quel che conta, diverso dà Ticketone.
Stavolta i miei settanta euro non ve li siete beccati.
martedì 18 ottobre 2011
Problemi di elezione?
Magari un giorno la smetto di parteggiare sempre per chi poi va a perdere. Non dirò dunque che il candidato di colore delle primarie repubblicane negli Stati Uniti mi sta simpatico perché è totalmente sciroccato.
lunedì 17 ottobre 2011
Cucinami stocazzo
venerdì 14 ottobre 2011
Moriremo democristiani
La mossa dell'entrata al voto non l'ho capita del tutto. Ma prima di tutto non ho capito il barbatrucco di cercare di non raggiungere il numero legale. A cosa avrebbe portato? A rivotare il giorno dopo (avrebbero fatto nuovamente saltare il quorum?). A coprire di ridicolo questo governo (ce ne fosse bisogno). A coprire di ridicolo l'Italia (ce ne fosse bisogno).
Invece il giochino non ha funzionato, qualcuno non è stato di parola a quanto pare. Anche se alla fine il numero legale rimane anche sottraendo quei 5 "stronzi" (cit.). Mentre ai due della SVP nessuno ha detto un cazzo, hanno paura degli altoatesini. Cinque stronzi che, al di là della correttezza di venire meno a questo giocoso patto di minoranza per un grande scherzone, hanno fatto quello per cui sono stati eletti: votare, e votare contro la maggioranza. O qualcuno ha messo la X sul simbolo del PD per organizzare burle a Berlusconi?
Per di più, residuati bellici della Prima Repubblica che, con l'esperienza dei dinosauri, anziché lavare i panni sporchi in casa come in passato sapevano fare benissimo, si mettono a discutere sulla pubblica piazza, diventando il caso del giorno. E nessuno fa caso ad una maggioranza che dimostra una volta di più di stare insieme con lo sputo.
Sono sempre stato clemente nei confronti del PD, si sarebbe fatto le ossa col tempo nella mia idea. Ma quella di oggi è una bruttissima pagina, un partito che si copre di ridicolo (ce ne fosse bisogno) dimostrando incapacità di mantenere il controllo della situazione.
Revolution from my fridge
Il blocco degli straordinari per dare peso ad alcune rivendicazioni sindacali più che legittime mi consente di essere a casa ad un orario pomeridiano decente, compresi quei giorni in cui arrivo in ufficio a mattinata inoltrata.
Ho così il tempo di sbrigare qualche faccenda di poco conto, dare un'occhiata approfondita su Internet, cazzeggiare senza obiettivi e poi piazzarmi sul divano, davanti alla seconda serie di Mad Men che se continuo in questo modo finisco a breve.
Ed è in questo momento che scatta il meccanismo perverso: un episodio di 45 minuti viene interrotto da almeno tre attacchi di fame. Divano-frigorifero-divano, alla ricerca di cibo commestibile e possibilmente stuzzicante, patatine, sottaceti, pezzi di formaggio, fette di pane farcite con salse di ogni tipo. L'ora di cena che incombe provoca questi effetti collaterali. E io sdraiato a pancia in su che mi ingozzo.
giovedì 13 ottobre 2011
Lucky you
martedì 11 ottobre 2011
France Ferdinand
Hanno copiato dagli italiani, "come al solito" dirà qualcuno. E come al solito, copiando hanno migliorato l'originale. Non c'era un candidato strafavorito accompagnato da una serie di comprimari, e per il momento nessuna accusa incrociata di brogli. Non ricordo primarie del PD, a qualunque livello, che non abbiano presentato una di queste due situazioni.
Perché dovrebbero interessarmi? Solo perché sono scemo e faccio collezione di argomenti inutili e inutilizzabili? No, certo che no.
I paesi più importanti d'Europa sono tutti governati dal centrodestra. Tranne la Spagna. Che tra un mese sarà governata dal centrodestra. Il primo paese che ha buone probabilità di passare nelle mani del centrosinistra (scordatevi l'Italia, nessuno vuole veramente le elezioni a breve) è appunto la Francia. E se una decina di anni fa il laburismo si impossessò di mezza Europa all'insegna della terza via di Blair, e sappiamo com'è finita, sarà interessante capire quali saranno le prospettive future.
Non ci ho ancora capito molto, della rosa dei candidati e dei due rimasti in lizza per il ballottaggio, è che ne parlano poco e un cazzo sui quotidiani italiani. Però simpatizzo per Martine Aubry. Perché è donna, sebbene non sia più giovanissima (classe 1950), perché è in politica da diverso tempo senza avere ancora lo strato di muffa, perché è più progressista, e perché a differenza della Merkel non ce la vedrei bene a condurre "La prova del cuoco".
Nota a margine -1-
La verità è che spero di indicizzarmi in Google con questo post. Se dovesse funzionare, tornerò sul topic a piè pari.
Nota a margine -2-
Il titolo è qualcosa di indecente, lo so. Lo uso come specchietto per le allodole.
lunedì 10 ottobre 2011
Burn this city
"You could have it so much better with Franz Ferdinand" ha sempre goduto della mia considerazione, merito di tre-quattro pezzi che mi esaltano parecchio, ma da ieri ho in loop "Franz Ferdinand" e, tra una sigaretta antincendio e l'altra, mi sono reso conto che è un disco-maiale, nel senso che non c'è nemmeno una canzone che sia da buttare via, o comunque da skippare.
domenica 9 ottobre 2011
Do the Evolution
(non sono riuscito a rintracciare la pubblicità del cellulare Motorola con la tartaruga, penso sia l'esemplare più piccolo mai visto in commercio, si tratta comunque di questo)
Stavo mettendo in ordine le mie cianfrusaglie poco fa, tra cui i vecchi telefonini ormai in disuso; li ho messi in fila, uno dopo l'altro, e ho riflettuto su come si sia invertita la tendenza.
sabato 8 ottobre 2011
Pink is my new obsession
Mi sono guardato/ascoltato l'intera playlist, e non posso che confermare la superbia di quest'esibizione. E l'indiscutibile fascino di Eddie Vedder. Vorrei avere i suoi capelli e la sua maglia gialla.
giovedì 6 ottobre 2011
Opportunità dispari
E venite a dirmi che "Giochi Senza Frontiere" non era un programma rivoluzionario e non vi ha cambiato la vita.
Che se l'Unione Europea avesse la metà dello spirito di JSF (e sono quasi coetanee), si starebbe una favola.
martedì 4 ottobre 2011
Bird is the word
Uno spaccato delle mie evoluzioni. Dichiaro ufficialmente aperto lo svaccamento nei commenti. Mettetemi pure in croce.
Ho chiaramente oscurato quella corrente per rispetto della policy aziendale, e vorrei chiarire che tutte queste parole non sono mai state utilizzate per altri scopi, account e accreditamenti vari.
venerdì 30 settembre 2011
Desinenze
Sleep the clock around
Stamani l'orologio della timbratrice è tornato a coincidere col mio.
Sono uscito di casa con notevole anticipo sulla deadline. Mi sono visto scendere davanti agli occhi lo stesso passaggio a livello per tre volte. Ho trovato coda in tangenziale sud. E poi rallentamenti in tangenziale nord.
Sono entrato a 8:31. Murphy non avrebbe saputo fare di meglio.
lunedì 26 settembre 2011
"Pronto Sip?" "Nop"
Però, carissimi signori della Nastro Azzurro e della Citroën, io non ci capisco più un cazzo.
Schermata blu.
Ora et labora
Già è stressante di per sé, tutto viene poi reso complicato e ansiogeno da una serie di orologi sfalsati che mi disorientano.
Partiamo da un presupposto: il mio cellulare è sempre impostato sull'ora esatta, si aggiorna automaticamente con non so che cazzo. La radiosveglia è regolata con l'ora del cellulare (per comodità), l'orologio pure. L'auto è due minuti in ritardo, ma sticazzi, quello manco lo guardo.
Complicanza: l'orologio dell'affare con cui timbro il badge all'entrata in ufficio è almeno tre minuti avanti sull'orario ufficiale GMT+1. Non tutte le mattine ho la lucidità di ricordarmene, capita di salire sparato l'ingresso soddisfatto per l'ennesima prova di tempismo e scoprire con rammarico che sono le 8.33, e sono stato nuovamente fottuto.
Ansia: cosa c'è di più preciso del campanile parrocchiale, che scandisce da secoli il tempo per tutta la comunità credente e non? Risposta: tutto. Il campanile è avanti di qualche minuto, io so che se alle 8 spaccate non sto salendo in auto mi becco il ritardo (in virtù dell'ora inesatta di cui sopra), per cui sentire gli otto rintocchi quando ancora ho lo spazzolino in bocca mi getta nel più completo sconforto. Salvo poi uscire dal cancello e rendersi conto che effettivamente sono le 8 in quell'istante, e c'è ancora qualche speranza.
(il primo che chiede "e svegliarsi cinque minuti prima no?" viene bannato dal blog, non so come ma viene bannato)
martedì 20 settembre 2011
Elope with me
domenica 18 settembre 2011
Italiani brava gente
Sto facendo da una settimana la scorta ad un team di sei tecnici stranieri; uno dei tecnici è donna, giovane, né bella né brutta, anche se il fatto che abbia un caschetto biondo di capelli per molti è più che sufficiente. Ecco, io ne ho un po' pieni i coglioni che quando mi si incrocia nei corridoi mi si chieda "Come va con la biondina?".
Ah, per inciso, quando si crea il capannello mentre siamo in pausa caffè, guardare ripetutamente in questa direzione facendo battute a voce alta potrebbe risultare imbarazzante. Vero che non sono italiani e non capiscono l'italiano, ma tra "americano" e "American" la differenza è minima, e potrebbero non gradire il sentirsi oggetto di scherno dei metalmeccanici italiani.
Sembra di stare in un film con Alvaro Vitali.
martedì 13 settembre 2011
1) le sfighe di domani, che puoi star sicuro non svaniscono
2) le sfighe di oggi, in ritardo per colpa del fuso orario o qualche altra formalità
3) gli interessi delle sfighe di oggi
domenica 11 settembre 2011
Puzzi di cicoria
Lo spot avente come tema musicale una versione boh di una canzone discutibile ("Gloria" di quell'altro simpatico ubriacone di Umberto Tozzi), oltre ad ossessionarci in tv, sta diventando infezione virale anche per chi naviga in internet, sbucando all'improvviso ed esplodendo a tutto schermo mentre uno cerca di farsi i cazzi suoi, possibilmente in silenzio. Il mio disagio nasce come lettore de Il Post, ma altre pagine sono infestate da questa grandissima rottura di cazzo.
Ragazzi, basta.
*definizione di questo blog che non condivido ma che mi è stata simpaticamente affibbiata e che a questo punto è divertente portare avanti
venerdì 9 settembre 2011
Password is a eight letter word
I miei colleghi usano in genere il loro nome, o cognome, seguito da una cifra, che cambia progressivamente. I più fantasiosi usano il nome di un figlio, sempre con la cifra a margine necessaria per il rinnovo. Potrei entrare nei pc di mezza azienda, se volessi.
Stamattina è sopraggiunto anche per me il momento della scelta, che nel mio caso riflette le fisse del periodo. Ho scelto il titolo di una canzone dei Pearl Jam. Ho estratto il biglietto anti-Alzheimer su cui riporto la password corrente, ho scorso l'elenco delle dieci-quindici voci segnate (che a breve pubblicherò qui, sono fonte di spunti interessanti) e mi accorgo che delle ultime sei parole, tre corrispondono a titoli dei Pearl Jam. Non li facevo così pressanti. E per fortuna che hanno scritto un sacco di canzoni con titolo a otto caratteri. Come pure il loro nome, ma tu pensa.
E tutto quanto
E quindi conta le viti necessarie. 42. Rido.
E metti i sensori in una cassa. 42. Sghignazzo.
Separa i coperchietti. 42. Mi mordo le labbra.
E via dicendo per tutte le voci dell'elenco.
Douglas Adams mi ha segnato l'esistenza.
giovedì 8 settembre 2011
L'erba cattiva non muore mai
E a proposito di salme, quella di Mike Bongiorno è ancora a spasso, se ve ne foste dimenticati.
Non si esce vivi dagli anni '80.
martedì 6 settembre 2011
Wanna go for a ride?
Robe che cambiano la giornata, il mese, a volte la vita.
Si, cristiddio, a novembre ci sono gli Smashing Pumpkins a Milano.
Guardatevi intorno e provate ad immaginare cosa significhi per me.
domenica 4 settembre 2011
venerdì 2 settembre 2011
USSR is a four letter word
- la retorica di Rocky IV
- lo spaesamento di Nanni Moretti in Palombella Rossa
- lo scioglimento dei CCCP-Fedeli alla linea e la conseguente nascita del Consorzio Suonatori Indipendenti
Alla sequenza di emozioni che iniziano con l'allenamento nella tundra e terminano con l'applauso di un Gorbaciov farlocco potrei dedicare un altro post, se me ne venisse la voglia.
La surrealità di Palombella Rossa (uscito due mesi prima del 9 novembre 1989) sta tutta nella scena in cui Moretti canta "E ti vengo a cercare" di Battiato prima di tirare un rigore. Canzone che personalmente ho ascoltato molto più spesso nella cover che ne hanno fatto, guarda caso, i C.S.I.
Tutto questo giro per arrivare a due notizie, riguardanti ex-membri del gruppo filo-sovietico prima e del loro spinoff post-sovietico in seguito.
La prima, sorprendente ma anche no, è che Giovanni Lindo Ferretti sarà collaboratore domenicale per Avvenire. "Fucina di potere temporale - Un unico abominio clericale" cantava una volta. Ma anche Ferrara era comunista, sempre una volta.
La seconda riguarda Giorgio Canali. Che è sempre comunista, rivoluzionario e incazzato, e continua a prendere i microfoni a testate. È uscito il nuovo album, Rojo, anche se il mulo non se n'è per il momento accorto. Ma potete ascoltarlo comunque sottoforma di anteprima postuma, pubblicata su Rockit giusto un mese fa.
God is on the radio
Violence broke the silence
Stamattina fischietta "Alleluja allelu-alleluja".
#allelujauncazzo
giovedì 1 settembre 2011
Hold the line
La sto provando da poco più di un giorno. Ma già mi chiedo a cosa cazzo serva prendere un appunto se poi, una volta risolto/chiuso/superato non gli si possa tirare sopra una bella riga con la matita (dell'Ikea).
Soddisfazioni impagabili da Moleskine, già.
mercoledì 31 agosto 2011
Supereroi = Municipale
Punizione divina per queste parole: dopo anni che invocavo controlli lungo le strade interdette ai camion, ché da queste parti ogni paese ha la sua microtangenziale per deviare il traffico pesante ma il traffico pesante fa quel cazzo che gli pare, andando al lavoro ho incrociato una pattuglia di vigili (già, proprio loro, quelli che non hanno mai ragione) che fermava i grossi automezzi per verificare se fossero autorizzati al transito per carico/scarico o se invece stessero "facendo la furbata" (cit.). Goduria. Avrei suonato loro il clacson e alzato un pollice in segno di approvazione, ma avrebbero pensato che li stessi pigliando per il culo. Sono pur sempre vigili.
lunedì 29 agosto 2011
Spammami il cuore
Bot che oggi aprono blog scrivendo sequenze casuali di parole in inglese.
La cosa terribile è che esistono blog "reali" che fanno molto più schifo.
venerdì 26 agosto 2011
Pentanostalgici
giovedì 25 agosto 2011
Maledetta
Grazie a Dio se ne va da Studio Aperto (e approda a La7 assieme a Nicola Porro del Giornale, manca solo che chiamino la Franzoni ad S.O.S. Tata).
mercoledì 24 agosto 2011
Blinding lights
Il mio onanismo è salvo.
martedì 23 agosto 2011
Recycle bin
C'è chi li definisce uno dei migliori gruppi italiani dal vivo.
Di sicuro sono tra i più fighi del decennio appena passato.
lunedì 22 agosto 2011
A Stalingrado non passano
C'è chi se le guarda e se le studia dal marciapiede, evvabbè, ognuno ha le sue passioni. C'è chi si pianta in bicicletta in parte (ma anche in mezzo) alla strada a leggere. Piccolo intralcio, ma nella giungla urbana c'è di peggio.
Quelli che mi frantumano le palle sono quelli in auto (statisticamente il più delle volte trattasi di Fiat Panda, modello vintage). Fermi. Con le quattro frecce lampeggianti. In curva. Oltretutto prima della curva c'è una bella siepe, più alta della Panda, quindi ci si mette anche l'effetto sorpresa. Che poi io mi chiedo come facciano sti vecchi a leggere, dal posto di guida che si trova distante dal marciapiede. Naturalmente ci sono quelli evoluti che arrivano nell'altro senso di marcia e si piantano contromano.
Appunti per quando diventerò un personaggio di spicco del panorama politico locale: manifesti funebri solo nelle aree pedonali.
Ecologia 2.0*
Sensazionale scoperta del lunedì: l'applicazione "La Stampa" per Android consente di leggere il quotidiano torinese del giorno, in formato digitale, sullo smartphone, sin dal mattino, senza spendere (apparentemente) nulla.
Il problema è che pare non vi sia modo per fare lo zoom della pagina. Sui trevirgolasette pollici di schermo del mio HTC si riescono comunque a decifrare i caratteri. Ma per essere sicuro di poter continuare a leggere il mio giornale preferito aggratis dovrò aver cura delle mie diottrie residue. E dire "basta" alle pippe.
*Il titolo di questo post si riferisce alla doppia riduzione del consumo di carta in esso indicata.
La tempesta elettrica
Non hanno perso l'abitudine di scrivere testi non proprio limpidi, e assolutamente deprimenti per quel che si riesce a capire, ma la complessità del suono è disarmante. I pezzoni del passato fanno ancora cantare il pubblico (mentre Alberto qualche problemino ce l'ha, toppando l'attacco della terza strofa di Valvonauta), ma i brani degli ultimi due dischi hanno un'altra fattura.
Indipendemente dalla scaletta, e quest'ultima era davvero buona, è il modo di stare sul palco che rende merito ai Verdena, specie quando Alberto si alza dalle tastiere e prende in mano la chitarra. Le luci, e i capelli di Luca quando picchia seriamente, fanno il resto.
La chiusura con "Il suicidio del samurai" è poi una ruffianata nei confronti del pubblico stronzo, quello che vuole i brani dagli album vecchi ma non quelli famosi che cantano tutti. Si, sono chiaramente uno di quelli, e mi ha fatto molto piacere questa perla, culminata con l'entrata sul palco dei roadie che portano via pezzi di strumentazione al gruppo che continua a suonare con quel che rimane loro in mano.
mercoledì 17 agosto 2011
Gather speed
In questo video poi, Eddie è meraviglioso. Altro che Simon Le Bon.
sabato 13 agosto 2011
Double effect
Il problema di Facebook è che lo usa molta gente, e la gente è scema, e in Facebook viene riflessa la stupidità della gente. Ultima tra le ricorrenze che mi fanno venire l'orticaria, la tendenza a creare profili di coppia, o addirittura di coppia+bambino. L'utente è una persona, che si esprime come tale, pubblica i propri pensieri, condivide i propri interessi, segue quel che fanno i propri amici. Se Tizia e Caio, ovviamente fidanzati, hanno un profilo comune, significa che hanno un pensiero in comune, interessi perfettamente sovrapponibili, gli stessi identici amici. Non ci credo nemmeno se mi pagano. Significa che è una coppia che persegue la spersonalizzazione, oppure che uno dei due sta pisciando per marcare il territorio. Ed è in questo momento che verrebbero utili gli idioti che seminano zizzania. Taggando una foto di Caio con la testa sul water, ad esempio. Così la prossima volta imparate a non lobotomizzarvi.
mercoledì 3 agosto 2011
Superiorità
Dumbphone
Non ho ancora avuto modo di capirne il funzionamento ad un livello minimo di dettaglio. Quello che però ho potuto imparare è che se si sta usando uno smartphone per telefonare e senti l'audio lontano e smorzato, prima di ipotizzare problemi tecnici è meglio accertarsi di avere l'orecchio appoggiato all'altoparlante, e non sul touchscreen.
martedì 2 agosto 2011
Il sonno della ragione genera mostri
Non mi accorgo di essere vittima anch'io dell'oblìo collettivo. E non mi sto a soffermare sull'assenza di esponenti del Governo alla commemorazione odierna. Perché se ci fosse stato qualcuno, sarebbe stata una presenza ipocrita.
Quello che mi disturba è la distanza siderale che viene riservata ad episodi diversi, di diversa matrice, del medesimo periodo. Quanto tempo è passato dall'ondata di indignazione generale contro il Brasile che non vuole smollare Battisti? Proposte di boicottaggi, alla stregua di un embargo, insistenti e martellanti proteste, interviste al figlio del gioielliere Torreggiani che da quel giorno sta sulla sedia a rotelle. Perché noi siamo un paese democratico, non c'è ragione di credere alle persecuzioni politiche.
E quei segreti di Stato allora? Qualcuno crede ancora che dietro Fioravanti e Mambro ci siano unicamente "ideali"? Qualcuno mi sa dire, e non è una domanda retorica, se stasera il TG5 ha intervistato i parenti di qualcuno di quegli ottantacinque, o dei duecento feriti?
Poi parliamo di piazza Loggia. E piazza Fontana. E Ustica. E (aggiungere a piacere).
A questo punto andiamo a Brasilia e facciamo capire di essere una nazione democratica. Questa volta pretendendo che gli altri ci credano.
lunedì 1 agosto 2011
No cars go
Necessitava ormai di più interventi delle ginocchia di Van Basten, non potevo fare altrimenti. Ma mi mancherà.
Non ci sarà più la radio col lettore cd non funzionante dal 2006.
Non dovrò più prestare attenzione nel premere le preselezioni FM da 2 a 6, ché il contatto era labile e rischiava di spegnersi ogni volta.
Non ci saranno più i fari opachi che quando pioveva sembrava fossero spenti, da quanto non ci si vedesse una mazza.
Non ci sarà più il cassetto del cruscotto pieno di pacchetti di sigarette vuoti, impresa non facile considerando che si tratta di pacchetti morbidi, e il posacenere che faticava a chiudersi.
Non ci sarà, ma non c'è mai stato in realtà, l'accendisigari, non ha mai funzionato, e la presa 12V praticamente finta che costringeva a razionare la batteria del navigatore.
Non ci sarà più il ghiaccio sui vetri da novembre a marzo, di uno spessore spropositato rispetto a tutte le altre auto circostanti.
Non ci sarà più il consumo di olio eccessivo, pari quasi a quello della benzina.
Non dovrò più scendere per far accomodare la gente sul sedile posteriore, poiché dal lato passeggero non si alzava più lo schienale.
Non ci sarà più il grigio metalizzato cangiante, che assumeva una tonalità diversa in base al punto di vista dell'osservatore, per effetto della stratificazione di polvere.
Non dovrò più scaldare la chiave con l'accendino perché il ghiaccio ha inchiodato la serratura (a parziale discolpa, quella volta faceva -17°C).
E niente più madonne afferrando il pomello del cambio in alluminio, congelato in inverno che ti ci si attaccavano i palmi e ustionante in estate.
Non avrò più paura di ogni minima asperità del terreno che faceva sobbalzare i passeggeri nemmeno stessimo facendo la Dakar.
Il tappetino non scivolerà più fino ad infilarsi sotto l'acceleratore, uno scherzetto che ti fa provare quei dieci secondi di adrenalina.
Non dovrò più smontare mezzo vano motore per cambiare la lampadina dell'anabbagliante, quello destro che si bruciava a cadenza lunare.
Non si sentirà più il botto della cappelliera posteriore che alla prima buchetta si sganciava e si tuffava nel baule.
Non servirà più il tocco fatato per aggiustare lo specchietto retrovisore centrale evitando di trovarselo in mano alle 4 di mattina mentre guidi beato.
Lei non c'è più. Tra qualche giorno sarà un anonimo cubo di ferraglia. Ma la sua memoria non svanirà tanto facilmente. Google Street View ne serberà l'effigie, parcheggiata davanti all'ufficio. L'ho scoperta giusto il giorno prima di lasciarci per sempre.
sabato 30 luglio 2011
Reverence
Hanno chiaramente ragione anche quando pensano -senza dirmelo- che io sia uno di quelli.
mercoledì 27 luglio 2011
Two Times Ten
Per questo potrei fare uno sforzo.
(chissà se al cinema, magari...)
Fight for your right to party
La nuova frontiera della protesta consiste nello sciopero apparente: ogni ora di sciopero viene seguita da almeno un'ora e mezzo di straordinario, se non addirittura preceduta (compensazione preventiva). Nessuno ti da del crumiro, non c'è alcun sacrificio economico e puoi pure dare degli infami a quelli che non si fanno vedere sui cancelli.
E la credibilità di una lotta condotta in questa maniera?
Suvvia, è sufficiente chiudere un occhio in merito.
martedì 26 luglio 2011
Non solo Artwork
I Radiohead sono sempre un passo avanti, lo dico spoglio di quell'onanismo che in genere intride ogni opinione che li riguardi. Resta da capire se siano talmente bravi da dettare in anticipo la tendenza oppure siano tanto paranormali da prevedere il futuro.
(sono due giorni che non ascolto altro)
venerdì 22 luglio 2011
Technofan
Attualmente ho in auto, tra cruscotto e portaoggetti, cinque pacchetti di sigarette (non vuoti, chiaro), di cui tre aperti.
Sono in preda ad una deriva consumistico-energetica: in questo momento intorno a me ho cinque apparecchi elettronici sotto carica. Una sorta di Gabbia di Faraday di tecnologia portatile.
domenica 17 luglio 2011
Confusion is Rex
Messaggio per te che oggi sei giunto da queste parti cercando su Google informazioni in merito a "sentirsi coglione": non potevi capitare meglio. Spero di averti soddisfatto.
mercoledì 13 luglio 2011
Last nite
Comunque ci siamo. Partiamo il prima possibile per guadagnare una buona posizione e ci piazziamo in terza fila laterale. Man mano che il sole cala e l'Apocalypse now degli insetti aumenta di intensità, passiamo in rassegna:
Elizabeth
Non pervenuti, erano da poco scesi dal palco al mio arrivo
Dan Black
Me lo sono perso, ero allo stand delle birre
Glasvegas
Volendo anche bravi, ma con una carica pari a zero, poco coinvolgenti
Verdena
Sempre più bravi sul palco, peccato che si siano dimenticati dei loro primi tre album; non che pretenda Valvonauta, ma qualche pezzone si poteva ripescare
Chromeo
Chi cazzo li ha invitati? di chi sono parenti? avranno mica confuso il Flippaut Alternative Reload con il Flippaut Dance Reload?
Nota positiva a margine
La scelta dei dischi messi nei cambi di palco. Anche se ero l'unico che cantava i Pulp a squarciagola. Let's all meet up in the year 2000.
A questo punto rimane da parlare solo del concerto degli Strokes. Ah sì, si sono esibiti pure gli Strokes. Un'ora e un quarto di concerto. Dai quali vanno tolti almeno venti-venticinque minuti di vuoto tecnico. Canzoni completate: una decina circa, mi pare (con la scaletta sarò più preciso). Memorabile "Last nite". Nessuna recriminazione nei loro confronti, non hanno litigato e non si sono sciolti e hanno tenuto il palco nonostante l'evidente imbarazzo dovuto al non poter suonare. Ogni due per tre gli strumenti si ammutolivano, e i vani tentativi di sistemare la situazione sono andati in fumo.
Perché io a casa se attacco contemporaneamente lavastoviglie e lavatrice so che mi salta il contatore. E se ho l'esigenza di maggiore potenza, ne chiedo di più all'Enel.
Se io organizzo un concerto e ho un contatore da 3kW, non posso pretendere di attaccarci tutta la strumentazione del palco. Se volete risparmiare, chiamate i Neri per Caso.
Nota negativa a margine
È bastato l'attacco di "New York City Cops", primo brano della scaletta, per far sì che dalle file dietro iniziassero a caricare la transenna. Pareva di essere al Sonisphere o all'Heysel. Già si stava alle strette come sardine in una scatola di latta spappolata (cit.), a quel punto la situazione si è fatta insostenibile. Ho una certa età io, cazzo. Ed è stata una grande scelta quella di sgusciare via e goderselo da fuori la calca, dove si poteva ballare-cantare-accendere sigarette-comprare acqua. Perché paradossalmente si sentiva benissimo in tutta la piazza, quando il segnale arrivava ai cassoni.
martedì 12 luglio 2011
Everything you always wanted to know about
Cari i miei blogger, siete una manica di porci.
domenica 10 luglio 2011
Sei la mia IndiePatìa
Se volete darmi anche voi importanza, scaricatela.
Senza capo né coda
L'illuminazione massima ricevuta è il rendermi conto di avere assoluta necessità di una sveglia che indichi solo i cosiddetti "minuti tondi", vale a dire gli orari che terminano con un 5 o con uno 0, per impormi un ritmo di vita decente.
A conferma di quanto già scritto qui, qualche giorno fa ero in auto con la radio a volume basso (o forse era il rumore dell'auto che era elevato) e a un certo punto in sottofondo sento i Beady Eye. Passa qualche secondo e mi accorgo trattasi di "Instant Karma" di John Lennon.
Ogni volta che parte il jingle pubblicitario di La7 (dal secondo 20 al 25 circa del video linkato) non posso fare a meno di pensare a questo brano.
Ascoltando e leggendo con attenzione i testi dell'ultimo album degli Strokes, mi risulta evidente quanto siano inconsistenti come spessore, e non è che sia una novità, e al tempo stesso di quanto latiti quel nonsense che li rendeva fighi.
Ho comprato il navigatore satellitare solo per sentirmi particolarmente figo quando ne ignoro le indicazioni e faccio di testa mia. Ad esempio, martedì notte tornando da Ferrara io e Garmin abbiamo iniziato a concordare sul percorso ideale dopo circa 90 km. Sembravamo una di quelle coppie che litigano in auto per qualsiasi motivo.
mercoledì 6 luglio 2011
Diving off the balcony
Oggi la cantavo in auto mentre in radio passava la pubblicità.
(spero di trovare un video da aggiungere, qui)
I can tie my tie all by myself
martedì 28 giugno 2011
Flying fishes
Volevo condividere l'emozione di questa foto, spero che sia photoshoppata.
(rubata qui)
domenica 26 giugno 2011
Funiculì Funiculà
Come se la manifestazione non fosse già ridicola di suo.
lunedì 20 giugno 2011
Interviste impossibili
Come trascorse la notte prima dell'esame?"
"La passai in treno, per andare da Brescia a Reggio Calabria."
Sunglasses at night
per avere più carisma e sintomatico mistero"
A me 'sta storia degli occhiali da sole che fanno magicamente diventare cool chi li indossa, indipendentemente dal fascino/bellezza del soggetto, dalla foggia degli occhiali e della compatibilità soggetto/occhiali, non convince per nulla.
Per carità, magari sono io che non capisco nulla. Ma quelli che si siedono a tavola con gli occhiali da sole appoggiati sulla testa e non se li levano a me sembrano più che altro ridicoli.
(qui un esempio illustrato)
Chapter 19
domenica 19 giugno 2011
Piaghe sociali
(i film sono fatti per essere visti, non raccontati, santiddio)
lunedì 13 giugno 2011
Spam (a fin di bene)
E chi non partecipa è un baluba.
martedì 7 giugno 2011
Six kinds of glue
Ma partiamo dalle note positive: gli Heike Has The Giggles, annunciati pochi giorni fa come gruppo spalla aggiuntivo, hanno in realtà fatto l'unica apertura della serata (S.C.U.M. non pervenuti). Non è la prima volta che li sento suonare, ma hanno confermato le buonissime impressioni che già mi avevano lasciato in precedenza. Hanno ritmo, i ragazzi (classe '88 leggo, gliene avrei dati addirittura un paio di meno), mi hanno piuttosto colpito. E lo sappiamo benissimo tutti con quale predisposizione malcaghiamo in genere queste aperture. Questa è invece filata via liscia e gradevole.
Dopo un sound-check piuttosto lunghetto (presumo che gli addetti fossero Ciccio Formaggio e Guido La Vespa, alla luce poi del risultato) salgono sul palcono loro. Attaccano con "No wow", unica canzone dell'omonimo album eseguita mi pare, musicalmente ci stanno dentro, anche lei si pone come una gatta morta e lui ha alcune movenze che mi ricordano Olmo.
Poi il ritmo aumenta, l'interazione tra i due si fa interessante, la presenza sul palco è ora proporzionata al loro rango, il volume cresce e a questo punto ci si accorge che l'audio è a dir poco discutibile. Ogni qualvolta i toni bassi diventano importanti, e chi conosce i Kills sa che ciò accade piuttosto spesso, il riverbero diventa intollerabile, il rumore e il fruscio coprono la voce e sembra di stare a sentire un mp3 di bassa qualità a tutto volume dalle casse del pc. Un insulto, in pratica.
A complicare la situazione, ci si mette prima una delle chitarre di Jamie che sembra non adempiere al proprio compito, la aggiusta, la riprova, alla fine decide di lasciarla perdere ma è visibilmente innervosito. A questo punto gli addetti alla sicurezza (parenti stretti degli addetti al sound-check di cui sopra), troppo impegnati a minacciare con la torcia chi si azzarda a farsi vedere con una reflex in mano, lasciano che un tizio scavalchi beatamente la transenna e si metta sotto il palco; Jamie già incazzato di suo si fionda giù, si crea un mezzo parapiglia che non riesco purtroppo a godermi e torna poi al suo posto di fianco ad Alison. Gli scaltri vigilantes lasciano però che l'intruso, rasta-munito e indossante una maglietta degli Slipknot, lo segua a ruota, si becchi uno spintone dall'ormai furibondo chirtarrista, poi prenda la rincorsa e si tuffi in mezzo alla folla a peso morto. Amico, il Sonisphere è a Imola il 25 giugno. Hai sbagliato concerto.
Suonano ancora un paio di brani prima di uscire, nel frattempo l'audio raggiunge livelli che neanche alla Festa della Salama da sugo. Alison teme per la propria incolumità, mi viene da pensare, visto il tasso di ormoni che si respira in alcune zone del parterre e considerando l'impenetrabile muro che c'è a protezione.
Concedono un breve bis, il tempo di regalare una sconvolgente "Last goodbye" al termine della quale ho la sensazione di aver visto un paio di lacrime sul volto di VV (anche se sono quasi certo che non stesse pensando a me) e andarsene definitivamente. Con un altro rasta-munito che si intrufola sul palco per i saluti finali. Settanta minuti comprese pausa e siparietti vari, immagino che in condizioni decenti sarebbe andata diversamente, ma i ragazzi ci hanno messo le palle, quello si è capito. Qui la setlist.
Nota di colore: me ne sono uscito dai Magazzini Generali con una maglia dei Kills, l'LP in edizione limitata green-coloured vinyl di Blood Pressures e il 7" degli Heike. Ho scattato alcune foto, dalla seconda/terza fila mi aspettavo meglio, ma le luci non erano funzionali. Se ne trovo una presentabile la porto come testimonianza.
Questa invece è "Last goodbye", la qualità non è eccelsa ma è l'unico video finora caricato sul tubo. Se aggiungono qualcosa di meglio aggiorno il post.
sabato 4 giugno 2011
Tempo è un treno che passa
N.B. Mi accorgo ora che la citazione contenuta nel titolo del post, che appartiene ovviamente all'album in questione, sembra un aforisma di Vujadin Boskov.
mercoledì 1 giugno 2011
Miopia consapevole
La prossima volta imparate a non mettere insieme delle line-up a cazzo di cane.
lunedì 30 maggio 2011
La politica è una cosa seria/2
Red Ronnie, Iva Zanicchi, Massimo Boldi. Manca solo il Tenerone sul simbolo elettorale.
Rivoglio i litigi
Stasera siamo in regime di silenzio elettorale. Così sollevo sbadatamente lo sguardo dal pc (perché la tv la tengo accesa ma mica la seguo, non sono mica un fesso) e al posto dei soliti Quagliariello, Lupi, Letta c'è un dermatologo e di fronte a lui tre ragazze in bikini. Nessuna delle tre, fortunatamente, è Anna La Rosa.
lunedì 23 maggio 2011
Divulgazione Culturale
Sarebbe bello se in ciascuna libreria del mondo campeggiasse una copia di "Guida galattica per gli autostoppisti".
Di seguito un paio di riferimenti incrociati per i poco avvezzi.
"Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo e insignificante sole giallo.
A orbitare intorno a esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro–verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione."
Dinosauri
The Undertones nella line-up di un festival a Salsomaggiore Terme, il 2 luglio. Il dubbio principale era se il gruppo nordirlandese esistesse ancora, o se si trattasse di un'omonimia. Così mi sono preso un appunto sul cellulare, e poco fa ho verificato.
E si tratta proprio di loro.
venerdì 20 maggio 2011
Cliff Anger
lunedì 16 maggio 2011
Runaway Train
Il fiato, la mia maggiore preoccupazione, ha tenuto egregiamente. Le gambe però si stanno facendo sentire. Dev'essere colpa dei pessimi sedili di Trenitalia.
domenica 15 maggio 2011
Motorcycle Club
- Seguire una gara di MotoGP in compagnia di tifosi, sfegatati o superficiali poco importa, di Valentino Rossi.
Verrà sempre fuori che Stoner è un incapace, che Lorenzo non è buono a mettere a punto la moto, che Pedrosa non ha carattere e che Dovizioso sono due gare che fotte il loro eroe solo perché ha il mezzo più valido.
Mai una volta che sia lui a sbagliare o a risultare inferiore.
Disclaimer: considero Valentino Rossi un grande campione, non discuto che sia il pilota più forte del lotto, però un vero campione dev'essere capace di ammettere i propri limiti quando sopraggiungono. Lui no, e i suoi fan a rimorchio.
martedì 10 maggio 2011
Stasera ho in programma qualcosa di divertente, impegnato e utile. Sarei felice se un sacco di persone muovessero le chiappe e venissero qui.
Teniate presente che gli Afterhours si esibiscono dal vivo dopo un sacco di tempo, e che nemmeno io sono di Milano e che quindi "a me che mi frega?" non è una risposta accettabile.
giovedì 5 maggio 2011
Occhi sgranati
Si avvicina mio papà, origlia e mi fa: "Questi sono gli Smiths, vero?".
Sono piacevolmente basito.
martedì 3 maggio 2011
Vingt-sept
Il più famoso numero Ventisette dell'automobilismo, Gilles Villeneuve.
La leggenda narra che rischiai addirittura di essere battezzato Gilles, in suo onore e in sua memoria, e tutto sommato sarebbe stato bizzarro ma non spiacevole.
È un numero che ha dunque una certa valenza, un pilota spettacolare, folle, irrequieto, geniale. Ed è uno degli auspici che prendo per buoni entrando nei ventisette, appunto. Che sia l'anno delle scelte istintive, dei cambi repentini, dell'estro che prende il comando, da un lato me lo auguro e dall'altro ho gli elementi per considerarla un'eventualità verosimile. Che mi chiami Gilles o no, poco importa.
Onta su Onta
Per fortuna che arriva poi il fine settimana, e muoversi in auto diventa quasi un piacere. Quando capita di prendere l'autostrada, la quasi totale assenza di mezzi pesanti rende la guida fluida e rilassante.
Ma io devo sempre trovare un nemico da maledire, E l'automobilista medio si presta benissimo a questo gioco. Quantomeno fino a quando non capisce che stare nella corsia di destra non è un disonore.
Sono ampiamente convinto, e sarei pronto anche a dimostrarlo, che ci si può piazzare nella prima parte della carreggiata ai 130 kmh costanti senza mai spostarsi, tranne che per sorpassare i soliti irriducibili camperisti del weekend. E invece no, c'è sempre il TestaDiMinchia che si deve piazzare nella corsia centrale massimo ai 105 all'ora, quando se ruotasse la testolina di poco verso la sua destra scoprirebbe che di là c'è il deserto, e potrebbe benissimo piazzarvisi senza rompere i coglioni a chi vorrebbe tenere una velocità adeguata ai limiti imposti dalla legge. La tentazione di infilarli fuori a destra, uno dopo l'altro, giusto per far loro capire che sono comunque dei falliti è forte. Ma è uno sbeffeggiamento che va riservato agli ancor-più-idioti che mantengono la stessa usanza nei tratti a quattro corsie, piazzandosi in terza noncuranti di avere letteralmente mezza autostrada vuota a disposizione, roba che volendo potresti scendere dall'auto e spingerla a mano.
Non è un disonore stare nelle corsie riservate ai veicoli più lenti. Anche io mi ci metto, al volante della mia carretta del mare, così i berlinoni tedeschi possono sfrecciare a loro piacimento senza sfanalarmi nel culo perché sono di intralcio. Nessuno vi guarderà con disprezzo, e state sicuri che vi risparmiate un buon numero di maledizioni. Che poi vi tocca fermarvi al primo Autogrill con il radiatore fumante, e non vi spiegate il perché.